Si tratta di un romanzo apocalittico in senso proprio, apprezzato da una recente recensione nelle pagine letterarie del Corriere della Sera.
Ho notato la fedeltà alle fonti storiche esibita dall’autrice, nonché l’attenzione ai temi filologici ed editoriali di un esoterico e catastrofico manoscritto, risalente alla prima cristianità, sulle cui avventurose vicissitudini ruota la storia narrata, che si sviluppa su diversi piani temporali (contemporaneità, occupazione nazista a Roma, e guerre giudaiche, intorno alle quali il personaggio - scrittrice protagonista del romanzo, tesse il plot, inserendo in forma di propria fiction , romanzo nel romanzo, proprio le vicende di Masada) .
Ciò premesso, dopo una discreta lettura di evasione, si desidera ritornare alla letteratura con la L maiuscola
Premetto che non conosco l'autrice e di conseguenza mi sono lasciata convincere da giudizi che col senno di poi ho trovato un tantino (o meglio, troppo) esagerati: "un thriller appassionante come Il codice da Vinci, avvincente come La biblioteca dei morti..." e da una trama che mi aveva fatto sperare di aver trovato una Buticchi al femminile... ma quando mai! E' solo un romanzo che si è lasciato leggere, senza infamia e senza lode, con uno stile narrativo freddo, arido, che non mi ha suscitato alcuna emozione e non mi ha fatto affezionare a nessun personaggio. Paradossalmente, ho apprezzato di più le 50 pagine scarse del romanzo dentro al romanzo "il libro delle profezie" scritto dalla protagonista e ambientato a Masada nel 60 circa d.C. Mi stavo però dimenticando di dare un giusto apprezzamento al finale con sorpresa! Soprattutto le ultime due pagine che hanno trasformato il resoconto di uno studio serio e di una ricerca approfondita in una parvenza di romanzo/thriller storico.