Teoria e pratica del liscio unificato più qualche tango di straforo, con contorno di amori e amorazzi, in un paesino immaginario del Polesine, dove si trova una mega balera e tutto il corollario del caso, a cominciare dal proprietario:
“Mi chiamo Frank Saponara
Nato in Veneto, di famiglia polesana e nonno coratino.
Figlio di proprietario di balera
Proprietario di balera
Ballerino di liscio
Tombeur de femmes.
Nato cinquant’anni fa insieme alla balera, e cresciuto al suo fianco, anzi, dentro il suo stomaco:”
L'incipit è tutto un programma, mi è sembrato foriero di situazione leggera ed esilarante, una lettura estiva insomma. L'ambientazione richiama le atmosfere già trovate in Piccola osteria senza parole, lì bassa veneta ma senza fiume, qui Polesine e delta del Po. E, ad un certo punto, una svolta di riflessione sul tempo che passa e le storie intorno a noi che, impercettibilmente o no, mutano, con il lento scorrere del fiume o con un giro di mazurca.
Colonna sonora? Facile, famosissima nel giro del liscio e citata ripetutamente nel testo. Anche se - leggo nel testo - il Carlin, padre di Frank, considerava spuria la matrice emiliana del valzer con “il ricciolo”, mentre il valzer di matrice polesana prevede lo striscio e non il saltello. Quante non ne so!
http://www.youtube.com/watch?v=7TkGgZ_963c.
Disimpegni estivi.