Una riflessione...finale e basta!
Non è stato di mio gradimento: né per la forma Nè per il contenuto, alquanto modesti. Una sola riflessione è stata molto significante e condivisibile: "La morale della missione in NIger è che i Paesi poveri sembrano disposti ad accogliere altri poveri più di quanto lo siano i Paesi ricchi"
Lo specchio della nostra inadeguatezza
Libro breve in forma di diario, veloce alla lettura e che ha il solo scopo di farci sentire un po' più piccoli e meschini di quello che pensiamo ogni giorno.
La sintesi del libro sta tutta in questa domanda e nella sua risposta: come fa il Niger, paese poverissimo, ad accogliere tutti i profughi che arrivano da NIgeria, Eritrea e Mali? Perché non li vedono come stranieri, ma come popoli affini in cultura e lingua e quando hai poco da condividere non ci sono problemi di "prima noi che loro".
Inoltre l'assenza di manipolazione della società civile atttraverso i social è un altro fattore molto importante.
Il risultato è farci sentire più inadeguati e meschini di quanto non ci sentiamo normalmente, perché pur vivendo in un paese molto più ricco non siamo in grado di gestire una problematica come quella dei migranti economici e politici come fa una nazione molto meno ricca come il Niger, o quantomeno con la stessa compassione e simpatia, nel senso greco del termine che vuol dire "patire insieme".
Riflessioni e imbarazzo.
Quando il libro racconta l'Africa, non quella dei safari che abbiamo nei nostri sogni o dei villaggi turistici dove andiamo a passare una settimana di vacanza, ma quella vera, quella difficile, quella che non riusciamo a vedere nello sguardo di quelli che vengono da noi pieni di speranza, tutto cambia e diventa durissimo.
Breve diario dei due autori sufficiente a far riflettere su quanto siamo fortunati ed a sentirsi in imbarazzo per non sapere esserne grati.