“Se per provare amore bisogna soffrire, a quel tempo fui in grado di amare”

Elena di Sparta è stato il più controverso personaggio della mitologia classica. La sua bellezza portò alla distruzione di un’intera città e alla morte di quasi tutti i suoi abitanti.
Loreta Minutilli, laureata in fisica ma con alle spalle studi classici, fa parlare in questo suo romanzo d’esordio Elena stessa che ci racconta la sua vita fin dal giorno del suo concepimento(il padre Zeus si avvicinò e sedusse sua madre Leda sotto le sembianze di un cigno) al momento in cui la sua vita e il rapporto con il sesso maschile cambiò completamente con il rapimento e conseguente stupro da parte di Teseo quando era appena un adolescente.
La bellezza del suo corpo è stata allo stesso tempo la sua forza e la sua condanna, trattata dagli uomini come un oggetto da concupire a causa del suo aspetto.
Data poi in sposa al re di Sparta Menelao, decide di sua spontanea volontà di scappare con il giovane principe troiano Paride solo per provare una volta nella sua vita cosa significhi essere veramente libera di prendere una decisione per la propria vita.
A Troia trova solo ostilità, soprattutto da parte della suocera Ecuba, ma anche una forte amicizia e complicità con la sacerdotessa di Apollo Cassandra, una delle sue tante cognate.
Dopo la sua caduta, ritorna dal marito Menelao invecchiata e profondamente cambiata nell’animo da quella guerra estenuante e sanguinosa di cui lei fu causa e soprattutto per il doloroso distacco dalla sua amica Cassandra, trovando un uomo che, nonostante il tradimento, è ancora disposto ad amarla.
La Elena descritta in questo romanzo è una donna la cui principale colpa è quella di essere bella e di conseguenza trattata come un semplice oggetto fin dai suoi primi anni di vita, un oggetto da contemplare e da possedere a proprio piacimento.
E’ anche una donna che decide di sua spontanea volontà di ribellarsi al potere maschile, pagandone però un prezzo salato(anche se viene poi perdonata per il tradimento la consapevolezza di essere stata causa di molte morti innocenti le peserà per sempre sulla coscienza).
Una figura che trova un riscatto in queste pagine scorrevolissime e piacevoli da leggere, una figura che oltre a bellezza dimostra di possedere intelligenza e curiosità(una versione femminile di Odisseo se vogliamo).
Un romanzo che per me può benissimo rappresentare una metafora del ruolo sociale odierno della donna, un libro profondo e intelligente e soprattutto scritto davvero molto bene. Complimenti alla giovane autrice(appena ventitré anni).
P.S. unica nota negativa il prezzo. Io ho trovato gratuitamente l’e-book ma diciassette euro per un libricino di meno di duecento pagine mi sembra un prezzo eccessivo.

May 4, 2019, 2:32 PM

“Quando saprò chi spero che vinca la guerra, saprò quello che voglio e quello che sono.”
In questo romanzo la guerra di Troia assume una nuova visione ed a narrarla è proprio la donna per la quale si combatte: Elena, la donna più bella del mondo.
La storia si basa su un lungo monologo di Elena che racconta la sua storia dal suo punto di vista, partendo dalla sua infanzia, passando per le vicende con Teseo e Piritoo, dal matrimonio con Menelao e alla fine arrivando all’incontro con Paride.
La figura di Elena è strettamente legata alla sua bellezza, qualcosa che segna tutta la sua vita e che poi diventerà la sua “colpa”.
Elena è un personaggio che mi è piaciuto molto, è stato bello leggere per una volta il suo punto di vista che di solito viene sempre oscurato e la scrittura scorrevole dell’autrice aiuta a seguirla nel suo monologo senza nessun problema.
Questo libro lo consiglio agli appassionati di mitologia che però abbiano un idea generale di ciò che di solito viene detto sul personaggio di Elena e dei fatti avvenuti nella guerra di Troia per rendere, a mio parere, più godibile la lettura.

Nov 22, 2022, 2:04 PM

Non male; un po’ ruffiano ammetto – strizza l’occhio a tutte noi donne di una certa età cresciute negli anni 70 quando le nostre mamme/zie/cugine andavano colorate per strada alzando le sue mani unite in quel modo strano e urlando “tremate tremate le streghe son tornate”, sperando di potersi unire a loro presto, per accorgersi una volta cresciute che non c’era più nessuno per strada. E si che ce n’era ancora bisogno. Oh come ce ne sarebbe ancora bisogno anche adesso.
Accontentiamoci di poterlo raccontare, sperando che le nostre figlie ne sappiano fare buon uso, di queste parole …

“Eppure la parte della proposta che più mi tentava era l’inimmaginabile libertà che avrei avuto a Troia, la mitica città senza ginecei.
Mi tentava e mi impauriva allo stesso tempo.
Essere libera avrebbe significato dover dar conto a me stessa delle mie azioni fino all’ultima, senza giustificazione.
Ero pronta a farlo?”
Curiosità, il peggiore difetto delle donne da sempre, vero? Una donna che provoca una guerra per curiosità merita di bruciare nell’Ade.
Un uomo che provoca una guerra per amore del sangue è un eroe.
Ero arrabbiata.

Quando ripenso a quella notte e all’ira di Ecuba che si riversò su di me, mi piace credere di avere dato il mio piccolo contributo perché una donna, un giorno, possa prendere strambe decisioni riguardo al suo corpo e portarle a compimento senza che nessuno si possa intromettere.
«Volevo farlo senza doverti chiedere il permesso. Volevo sentire un altro uomo dentro di me e scoprire se era colpa tua il fatto che non riuscivo mai a provare il minimo piacere a letto, e non è così. Volevo provare rimorso, angoscia, paura, solitudine, volevo essere spaesata, sentirmi perduta, studiare lingue, usanze, persone, pensare a un modo per sopravvivere da sola. Volevo sperare e tremare e bere ogni momento della mia vita in maniera caotica e disordinata, e non c’era altro modo per farlo, vedi. […] Nessuno si aspetterebbe da una moglie che scappi con il primo ospite che glielo propone in una città straniera e nemica e nessuno si aspetterebbe che una ragazza infilzi il cuore di suo marito nel sonno perché ha voglia di un altro uomo. Ho deciso che avevo bisogno di provare anche l’altra metà della vita e l’ho fatto.»
Menelao tacque.
Riusciva a vedermi, ne ero sicura, eppure si nascondeva nell’ombra.
«Però non sei ancora contenta», disse. «Perché non sei ancora contenta? Forse non valeva la pena di distruggere il mondo per la tua altra metà della vita?»
«Certo che ne valeva la pena. Ma come posso essere contenta se non ho ancora trovato la pace? […]«E di cosa hai bisogno, per trovare la pace?»
Conoscevo la risposta da anni.
«Di raccontare.»

Apr 27, 2020, 5:38 PM