Time may change me/But I can't trace time

Benozzo rinviene all'interno della produzione di Bowie echi e risonanze di kabbalah e misticismo orientale; di Wilde ed Eliot; di Kerouac e Nietzsche... e moltissimi altri a me sconosciuti.
Le prime pagine di questo libello, in cui affronta temi quali la morte (Lazarus), la solitudine ed il suicidio (il Major Tom di Space Oddity e di Ashes to ashes), il grido di dolore per un amore che non si riesce a comunicare (Heroes) nell'opera di Bowie in chiave filosofica ed esistenziale, sono meravigliose, intense e graffianti.
La seconda parte- più 'filologica'- in cui presenta stralci delle opere degli autori a cui si è ispirato Bowie, con una sintetica biografia e i rimandi ai testi del cantautore che ne costituiscono citazioni è meno seducente, ma interessantissima per gli appassionati.
Alla fine sono riportati i testi affiancati da traduzioni di Benozzo di alcune celeberrime canzoni, molte delle quali sono contenute nel cd associato, in cui quest'ultimo reinterpreta Bowie accompagnandosi con l'immancabile arpa celtica.
Dopo la visione di 'Moonage Daydream' ho riconosciuto i segni dell'antica fiamma- la passione inesausta e mai sopita per D.B- e non ho potuto (né voluto) impedirmi di riascoltarne la discografia e rispolverare alcuni saggi mai letti, ma accatastati in libreria per tributare loro il giusto merito.
Benozzo, del resto, è sempre una certezza come Bowie è una pietra miliare, per me come per tanti.

Il titolo della recensione è un tributo al cambiamento e alla risurrezione sotto nuova forma, concetti che l'artista ha sempre fatto propri, indagandoli ed esperendoli.

Nov 1, 2022, 2:52 PM