Lo conoscete ? E` un libro aspro, doloroso ma davvero potente di una scrittrice italiana, poco nota, del primo novecento.

A tratti pedante, ha però molti guizzi di poesia e altri di furore bellissimi.

Va letto velocemente, specie quando indugia o divaga sulla natura ostile, crudele, o comunque avversa.

Tratti comuni con altre scrittrici più famose, che hanno introdotto nella narrativa novecentesca (penso alla Deledda soprattutto) l'abuso domestico, l'orrore della esistenza poco piu` che animalesca della gente nelle campagne dimenticate (anche nel mio Abruzzo) . Con la differenza sostanziale della mancanza di una prospettiva di fede, di salvezza possibile, di conforto religioso.

Apr 29, 2020, 4:39 PM
MARIA ZEF

Paola Drigo ((1876-1938) viene considerata la maggiore scrittrice veneta di romanzi e racconti della prima metà del 900 anche se spesso è, a torto, dimenticata.

Collaboratrice di riviste letterarie famose e giornalista di prestigiose testate come il Corriere della sera è stata autrice di due importanti romanzi.

“Maria Zef”, scritto nel 1936, sicuramente il più conosciuto, spesso ripubblicato da diverse case editrici tra le quali la Treves e la Garzanti, provocò un grande scalpore per l’argomento trattato, tanto più all’epoca della sua uscita.

Ambientato sui monti della Carnia negli anni 30, a cavallo tra le due guerre, narra una storia di estrema povertà e degrado, di fatica e di duro lavoro quotidiano, di malattia e sfruttamento, di abusi ai quali sembra impossibile sottrarsi.

La protagonista è Mariute, una ragazzina che insieme alla madre Catine e alla sorellina Rosute cerca di sbarcare il lunario andando a vendere, nei paesi a valle, poveri manufatti per ricavare quel tanto per sopravvivere all’inverno che sta per sopraggiungere. Il padre, emigrato in America, è morto e la madre è una donna sfiancata dal lavoro e invecchiata precocemente.

La donna muore e le piccole, dopo aver passato un periodo nell’orfanotrofio gestito da suore, vengono affidate allo zio Barbe Zef, un uomo burbero, scostante e violento, dedito all’alcool.

Mariute che nonostante la miseria era stata sempre una ragazzina sorridente che intonava spesso canti tipici della zona, va spegnendosi rassegnata a quella vita di stenti e maltrattamenti. La malattia della sorellina, ricoverata in ospedale, la lascerà sola con lo zio che non tarderà a svelare le sue fattezze di orco. L’allegria di Mariute verrà sostituita da un grande senso di responsabilità nei confronti della sorellina che non esiterà a preservare da tutto il male che è stato fatto a lei.

Con uno stile crudo e asciutto, altamente descrittivo di luoghi e persone, la Drigo ci porta all’interno di una favola cupa e brutale, dove si muove la delicata figura di una bambina che lotta contro la sopraffazione maschile e contro la violenza, dimenticando sempre più spesso se stessa pur di proteggere le persone che ama da un destino di umiliazioni e vergogna.
 
 
 
 
 
 

Jun 10, 2025, 4:36 AM

Uno spaccato della vita sui monti del Friuli e nella miseria, un mondo che per fortuna o purtroppo non esiste più. Un romanzo sulla vita di una giovane schiacciata dalle avversità del destino, ferita negli affetti più cari e lasciata sola contro il mondo. Dolore e dignità, bontà e abbrutimento.

Oct 1, 2008, 6:44 AM