ZAMJATIN

Grazie a Vincent ho avuto la possibilità di leggere tre racconti dell'autore, gratuitamente disponibili:

https://www.urbanapneaedizioni.it/prodotto/evgenij-zamjatin/

Credo, come è successo a me, che vi garberà darci un occhio e scovare magari qualche pietra preziosa.

Le pietre preziose scintillano dopo averle estratte dal duro terreno, pressate dal tempo e dal tempo e da chili e chili di avvenimenti. Solamente dopo un lungo processo ci appaiono scintillanti quali sono, e così nell'essere umano: si scorgono luccicanti ammiccamenti solo dopo essersi armati di pazienza e a volte del caso.
E casualmente mi sono imbattuto in questo autore e ne scorgo l'autentico valore a cui nessun mercato mai potrà assegnare il giusto prezzo: l'autenticità di un'anima.

Dei tre racconti il primo mi è scivolato via quasi senza che mi accorgessi di qualcosa, non ho avuto la capacità di apprezzarlo, nel secondo ho ritrovato il gusto del diletto nell'affilare le parole dai pensieri sulla cote di mordenti e sagaci espressioni, e quasi mi sembrava di riassaporare l'estro, seppur in ridotta forma del racconto, del maestro e margherita di Bulgakov.

Ma l'ultimo, in sequenza di pubblicazione nella raccolta il terzo, come se fosse li a spazzare via qualsiasi conforto, se non una piccola fiala blu: La Caverna.

Che tutti sappiamo che tutta la nostra modernità e progresso, che velocemente scorre davanti ai nostri occhi e che dall'oggi al domani l'obsolescenza si propaga come in UBIK di Dick, quasi come se tutto fosse programmato da un codice che improvvisamente cessa qualsiasi funzionamento, tutta la bramosia del nuovo e più recente resta invischiato dal processo inarrestabile del produci consuma crepa come salmodiavano i CCCP:
https://www.youtube.com/watch?v=5u4DgdHNXpI

( comprendo che rifilare due "che" quasi di seguito non suoni molto bene, affatto, ma a me piace assai, mi rende l'idea)

Siamo giunti alfine al consumo senza nemmeno più produrre, forse questro distingue il mondo socialista da quello capitalista.

Comunque, e un comunque è sempre un modo per trarsi d'impaccio da discorsi che nemmeno sai dove ti mi porteranno, La Caverna, come secoli di progresso siano un batter di ciglia di un colibrì confronto a millenni milioni di radicati atteggiamenti ancestrali ben cristallizzati fra le nostre cellule e coinquilini dei nostri processi di evoluzione culturale.

" Ghiacciai, macerie, mammut. Le buie scogliere
notturne sono case da rivivere in qualche modo.
Nelle scogliere, le caverne. E nessuno che cono-
sca l’origine di quel rumore notturno sul sentie-
ro pietroso degli scogli, chi sia a soffiare la ne-
vosa polvere bianca sniffando su per il sentiero.
Forse un mammut color grigio-tronco, forse il
vento. O il vento stesso è il ruggito ghiacciato del
re dei mammut. "

" E al
centro di questo universo, la dea a gambe corte,
bassa, arrugginita, l’arida divinità della caverna:
la stufa in ghisa. La divinità borbottava con forza.
Un grandioso miracolo di fuoco nell’oscurità della
caverna."

" Tutto accade
sempre allo stesso modo. Le sue mani e i suoi
piedi diventano meccanici, per alzarli e abbas-
sarli deve usare cavi e catene. E un uomo da solo
non può sollevare un carico così pesante, ce ne
vogliono almeno tre"

Chissà se riuscirò a scovare ancora qualcosa di Zamjatin, nell'oblio della memoria dovrebbero restare saldi dei principi, così da potersi muovere con un balzo da boa a boa nell'oceano delle cose che affondano.

Oct 19, 2023, 9:23 AM