L’aver apprezzato “Le cose umane” mi ha aperto il filone Karine Tuil e penso che questo romanzo, “L’incoscienza”, pubblicato nel 2019, dovesse ottenere qualche interesse in più. Si tratta di un romanzo lungo, forse un po’ troppo, ma attuale ed anche coraggioso, come sempre quando si trattano argomenti drammatici ancora legati alla cronaca.

Il romanzo, ambientato nella Francia della presidenza Sarkozy, è il tentativo di raccontare alcune vite che si dibattono drammaticamente fra desiderio e frustrazione nella ricerca di semplice felicità o affermazione nella società del nostro tempo. I personaggi di questo racconto corale sono: un tenente dell’esercito di ritorno dall’Afghanistan che ha perduto alcuni soldati e ha visto un suo amico di origine magrebina gravemente ferito in un attentato, un imprenditore rampante il cui padre ha abbandonato la religione ebraica che verrà travolto da accuse di razzismo e sfruttamento, una giornalista ed un giovane francese di origine africana che, spinto da una forte ambizione, troverà un futuro luminoso nel governo francese, sfruttando le opportunità create dalla politica incline a promuovere simboli d’integrazione.

È l’occasione per parlare di alcuni drammi che sconvolgono la Francia ed il nostro tempo, come il problema del reinserimento dei soldati occidentali provenienti dalle atrocità dei fronti mediorientali, l’emarginazione delle banlieue, giocata fra chi si mostra più possibilista in virtù della carriera personale e chi invece si lascia coinvolgere da reazioni violente ammantate di revanchismo mussulmano. Collegato al razzismo c’è il tema dell’onnipotenza ipocrita dei media, della conseguente facilità ai giudizi superficiali, propri di una società che ha bisogno di consumare notizie e formulare giudizi nel più breve tempo possibile, coerentemente alla sua velocità.

Insomma tanta roba, forse troppa, ma il viaggio è quasi sempre intenso, anche se il finale è troppo incline allo spiraglio positivo.


Oct 5, 2021, 2:08 PM