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L'italiano arcaico utilizzato dall'autore è, all'inizio, un po' ostico ma si riesce a metabolizzare abbastanza in fretta lasciando al lettore una bella storia in cui trovare tantissimi spunti di riflessione sulle varie declinazioni dell'amore e su come tutte abbiano pari dignità.

Aug 13, 2020, 10:15 AM

Ezio Sinigaglia si inventa una lingua antica e scrive una meravigliosa fiaba per adulti. Colpisce che siano solo le piccole case editrici a osare, pubblicando libri che vanno fuori dagli schemi, per trama o per scrittura.

Aug 30, 2020, 2:32 PM
La “istoria” di Mastro Landone, riconosciuto come il più talentuoso artigiano e inventore che vi sia al mondo

“Viveva un tempo nella città di Lopezia un artefice di grandissimo ingegno, donde la fama oltre le mura della città ed i confini medesimi del Principato volava tanto, che nei più remoti angoli della Cristianità l’eco se ne coglieva.”

Inizia con questo eloquente incipit la straordinaria prova letteraria che è “L’imitazion del vero” di Ezio Sinigaglia, edito da TerraRossa Edizioni. Un romanzo breve di rara bellezza che ha sicuramente portato una ventata di “sana antichità” nel panorama letterario italiano.
La lingua usata è una rielaborazione dell’italiano volgare con evidenti reminiscenze boccaccesche, ma rappresentato con uno stile personalissimo che strega il lettore legandolo alla lettura e appassionandolo alla trama, risultando in effetti leggera e godibilissima.

La trama appunto, che può essere così riassunta: è la “istoria” di Mastro Landone, riconosciuto come il più talentuoso artigiano e inventore che vi sia al mondo, ma pur essendo di tanto genio dotato viveva solo e infelice perché costretto dalle leggi del Principato di Lopezia a reprimere la propria sessualità. Fino all’apparizione del giovane aiutante di bottega Nerino, la cui passione per lui lo indurrà a concepire la più semplice e geniale delle sue creazioni, infrangendo le leggi degli uomini per assecondare quelle del suo desiderio.

Ma la trama in questo romanzo, insieme alla lingua usata, altri non sono che strumenti atti a cantare l’amore, portando all’assimilazione de l’amore sacro a quello profano.
“È ben vero che, fra le diverse cose umane, la podestà che più d’ogn’altra l’umana natura alla divina fa somigliante e le finite cose alle infinite e le mortali alle immortali è la virtù che ciascuno ha d’amare.”
Ma la ricerca di questo amore, per i protagonisti come per l’uomo in generale, è estenuante, difficile, magari anche illusoria. E dunque interviene l’arte, l’ingegno e anche la menzogna, che unitamente, potranno soltanto avvicinarsi all’amore e imitare quello vero, e ciò “imitare il vero” è in un certo senso l’atto stesso di amare. L’intero romanzo, come suggerisce il titolo, è in realtà costruito su questa tensione.

Ezio Sinigaglia è un ‘caso’ letterario unico: lo conferma questo suo nuovo singolarissimo romanzo, semmai c’è ne fosse stato ancora bisogno.

Mar 25, 2020, 10:13 AM