Strano, surreale, fantasy, farsesco e soprattutto russo fino al midollo (con 14 fondamentali pagine di note esplicative su nomi, persone, oggetti, fiabe e romanzi di fantascienza russi e non solo, che vengono citati o a cui fanno riferimento alcune parti del testo, scritto nel 1964). Non è un romanzo, ma sono tre racconti con gli stessi protagonisti (di cui il primo è un po' troppo lungo e caotico). Non hanno una vera e propria trama, ma sono soprattutto scene di vita quotidiana all'interno di questo fantomatico istituto sovietico di "Ricerca Scientifica e Tecnologica per la Magia e Stregoneria", anche se alcuni riferimenti vengono rilanciati di racconto in racconto.
Il titolo, "Lunedì inizia sabato", fa riferimento al fatto che coloro che abitano questo Istituto non amano i giorni in cui non si lavora.
Il tutto è senza dubbio fantasioso, sicuramente strano.
Nel nord russo, tra boschi di conifere c'è un paesino (fittizio) chiamato Solovets (ricorda le isole Solovki, prima monastero, poi terribile gulag). Qui c'è un istituto scientifico (di livello universitario) che si occupa di studio e ricerca applicata su magia e stregoneria. Sono gli anni '60, siamo nell'URSS del "disgelo". In particolare, la storia si svolge nel 1963, il libro è scritto nel 1964. S'impugnano bacchette ("umklaidet", elettronici o quantici), si padroneggiano le arti della levitazione, della materializzazione e del "teletrasporto" (qui "trasgressione"), si viaggia nel futuro "descritto". Si parla con gli animali, con esseri fantastici e mitologici (sia della tradizione classica che slava e financo araba). Ci sono perfino Baba Jaga e il mago Merlino! Un mondo moderno, ma strettamente legato alla tradizione (anche letteraria), minacciato dall'invadenza di ottusi burocrati, maghi/scienziati cialtroni e incompetenti, scriteriati che mettono a repentaglio l'esistenza stessa dell'universo. C'è un direttore enigmatico, che è una persona in due individui, A-Janus e U-Janus (il perché è spiegato alla fine). Insomma, un tour de force squisitamente nerd, estremamente umoristico e satirico, ma in modo positivo, senza troppa bile. Le fitte note riportare in appendice sono una figata.
Insomma, un romanzo composto in tre parti che è anni luce lontano dal realismo socialista, lontano dalla stessa fantascienza russa di quel periodo. In effetti, il fantasy, in URSS neanche esisteva e qui ne abbiamo una miscela fantascientifica.