Recensione
Dalla dolcezza del viso dell’autrice e dalla sua galanteria nell’inviarmi la sua opera, avevo dedotto subito che si trattasse di un’artista di gran pregio. Dai commenti sul suo libro sapevo già che la lettura non sarebbe stata affatto una delusione, anzi ma una grande avventura. Una di quelle avventure che sanno di saga familiare, che ti fanno ricordare il profumo della carta stampata di un libro, del suo valore morale e umano nello sfogliare pagina dopo pagina emozionando il cuore e l’anima sempre più.
Ragazze lontane, un titolo eclettico, ma al contempo semplice. Mi sono immersa nella sua lettura in una serata di un rovente agosto, quando i pensieri si affollano e hai bisogno sempre di un buon libro per distrarti, ma senza mai cadere nel superficiale… Perché la sottoscritta vuole emozionarsi, commuoversi, necessita di trame toccanti, di sentir scorrere il sangue di un affetto familiare e di importanti valori e sani principi nelle sue vene di lettrice! Ed eccomi… più che accontentata!
Un libro che è un romanzo, un romanzo che è vita, vita di una famiglia che resta nel cuore senza mai annoiare e senza mai abbassare l’attenzione del lettore. Un’opera che per un autore è una vera sfida e l’autrice ne è uscita più che a testa alta. Ci ritroviamo in un antico borgo quello di Villerose, centro Italia. E la bravura si vede dalla ricerca accurata delle location che fa da ambientazione, dalla scelta dei personaggi, dei loro nomi che rimangono impressi, come le loro diverse e intense personalità. Il talento si vede invece dalla grande sfera temporale che l’intero romanzo abbraccia nella sua animata lunghezza. Si parte dal 1943, gli ultimi anni della seconda guerra mondiale fino ad arrivare ai nostri giorni. E poi una come me, che adora la poesia intarsiata nella narrazione, si è ritrovata a palpitare di emozione per ogni suono e ogni descrizione paesaggistica, perché l’autrice effettua una vera e propria simbiosi fra natura ed essere umano. Deliziosi dipinti dei luoghi si uniscono agli affreschi del cuore e dell’anima di ogni personaggio, sia protagonista, sia secondario.
E ho amato il romanticismo della storia d’amore tra Giovanna e Salvo, la prima volta che si sono incontrati e quanto la scrittrice sia riuscita egregiamente a far percepire al lettore (in un mondo oggi sempre più volgare e dedito al sesso) l’importanza e la sensualità intensa di un bacio. Forse più emozionante, come si evince dalla scena, di fare letteralmente l’amore.
Poi arrivano altre storie della saga familiare, altri volti che imperlano di magnetica attrazione la curiosità di chi legge. Senza offuscare la storia di Giovanna e Salvo, ma rafforzandola ancor di più.
L’autrice sceglie l’antica tradizione della vita di un piccolo borgo, dove sembra che il tempo si fermi e si ritorni all’importanza delle piccole cose, ma non tralascia l’intreccio di tale ambientazione con quella di grandi e chiassose città, dove la frenetica vita quotidiana si compie.
E in questo libro si respirano e traspirano crescita, evoluzione, cambiamento, ma al contempo l’amore per le sane abitudini e per il tempo che ogni tanto andrebbe fermato per goderselo al meglio. L’opera racchiude anche il legame vitale di una famiglia che si ritrova a vedersela con distanze, rimpianti, promesse, amore, il dispiacere verso un destino che separa, ma che non annega totalmente la voglia di rivedersi e ritrovarsi. Mai arrendersi.
Lo stile narrativo scivola come la seta, dall’altra un linguaggio forbito, ma che non stanca, insieme a simpatico dialetto, fanno muovere ancor meglio il filo della vicenda.
E insomma l’autrice trionfa tra gli scrittori italiani con garbo e innati talento e impegno senza mai tirarsela, perché l’umiltà, e non solo la pazienza, sono le virtù dei forti.
Francesca Ghiribelli