Pluripremiato e grande successo di pubblico anglofono, Tempo variabile non è un romanzo (cosa che la quarta di copertina astutamente non dice) ma una sorta di taccuino, fatto di pensieri sparsi, citazioni, cenni di diario, aforismi, ricordi, slogan, versi, barzellette e quant’altro. Il filo conduttore è la fine del mondo causata dal riscaldamento globale, che tormenta la protagonista bibliotecaria quarantenne come tanti altri.
È bizzarro, arguto, originale. Ma, per i miei gusti, è una cosa troppo lontana dalla narrativa.

Oct 10, 2020, 7:24 AM

Tempo variabile di Jenny Offill (tradotto da Gioia Guerzoni per NNE) è esemplare della capacità prefigurante della letteratura: è un romanzo che, per frammenti minimalisti, rappresenta il mood contemporaneo. Gli esseri umani che popolano la terra – stirpe predatoria che si è imposta su tutte le altre - sono ancora creature piene di domande:

Cosa sparirà prima dai negozi? / Perché gli esseri umani hanno bisogno di miti? / Viviamo nell’Antropocene? / […] È Sbagliato mangiare carne? / Cos’è il capitalismo di sorveglianza? (p. 135); vivono in un’epoca di mutamenti climatici e di possibili pandemie («Che differenza c’è tra catastrofe ed emergenza? p. 155»).

L’io narrante è Lizzie, bibliotecaria trentenne con una famiglia come tante, fatta di legami fragili e necessari, anzi tanto più necessari perchè fragili. Il titolo allude all’instabilità come cifra esistenziale del vivere odierno, un’instabilità narrata liricamente con delicatezza ed empatia.

Jan 14, 2022, 5:16 PM