La strada di casa è quella che ci ha voluto indicare il traduttore, Fabio Cremonesi, a preannunciare il ritorno ad Holt. Ma è una Holt che viene prima della trilogia della pianura, infatti, per ultimo, è stato pubblicato un romanzo che Kent Haruf aveva scritto diversi anni prima ambientandolo in quelle vie immaginarie, nelle quali avrebbe poi sviluppato i suoi libri più famosi.
Qui, nelle luci di Holt, parte il racconto della vita di Jack Burdette, un villain in tutto e per tutto, un cattivo arrogante, che segna in maniera indelebile la storia di tutta la cittadina...
Jesse, la moglie di Jack, è una figura toccante, una donna forte su cui sembra riversarsi tutto il male generato dal marito…
Letto in una manciata di ore, sorprende per la diversità di struttura rispetto a quelli che saranno i romanzi successivi, ma rimane un’aura e una sensazione che è proprio tipica di Holt e di Haruf.
Tornare a Holt per Jack Burdette significa riaprire vecchie ferite mai risanate e risvegliare rancori mai sopiti.
Scappato otto anni prima, facendo perdere le proprie tracce, ha un grosso debito da pagare che scatena la reazione violenta dei suoi concittadini.
Il tempo ha lasciato il segno sul suo fisico ma non ha cambiato il suo carattere dimostrando nessun pentimento per ciò che aveva commesso all'epoca.
Oltre ad aver lasciato debiti e persone furenti ha anche abbandonato una moglie, Jessie, e due figli.
Jessie è una figura che emerge pian piano nella storia.
All'inizio è un'anonima ragazza senza particolari velleità e poco incline ad integrarsi nella comunità.
Dopo la fuga improvvisa di Jack sfodera una forza e una dignità incredibili che le permettono, orgogliosamente, di superare l'ostilità dei suoi concittadini e di ricostruirsi una vita risarcendo il male fatto dal marito.
C'è una terza figura che funge da narratore della storia: Pat Arbuckle, direttore del giornale locale, amico d'infanzia di Jack e,in seguito, compagno di Jessie.
Il ritorno di Jack scatena una serie di avvenimenti le cui conseguenze saranno distruttive per le vite di molte persone in un crescendo che porterà ad un finale inaspettato.
Come sempre Haruf ci racconta la provincia americana con i suoi colori sbiaditi, la malinconia e il torpore delle ore che scorrono lente.
Descrizioni dettagliate con uno stile sobrio e un linguaggio semplice eppure denso di poeticità e umanità capaci di avvolgerti tra le pagine del romanzo.
Un viaggio di profonda bellezza.
Per la sesta e ultima volta sono stata ad Holt ed anche stavolta è stata una bella permanenza. È stato come tornare in un posto dove sono stata bene, quasi a casa. Anche stavolta la sonnolenta Holt viene sconvolta da un evento inaspettato. Il ritorno di uno dei suoi figli scombussola il sonnacchioso tran tran della cittadina e rinfocola odi, gelosie, veleni, rancori, ostilità. Drammi antichi, sepolti dagli anni passati, riemergono prepotenti sconvolgendo vite pazientemente ricostruite. La scrittura particolare, senza punteggiatura nel discorso diretto è come sempre, placida, tranquilla, ma talmente efficace da dipingere con realismo assoluto un autentico affresco del paesaggio rurale americano.
Peccato, davvero peccato, che le storie di Holt si concludano qui.