Ragazzi preparatevi! Ce n'è per tutti. In questo ultimo lavoro nato dalla brillante vena critico-umoristico-surreale di Aldo Moscatelli veniamo, a ragion veduta, punzecchiati un po' tutti: scrittori e aspiranti tali, editori, editors, librai, recensori professionisti e non, lettori e bloggers. E' una struttura corale di romanzo, di volta in volta affidata, in ogni capitolo, ad un diverso personaggio che fa parte di questa storia, che però narra un diverso episodio rispetto a tutti gli altri. Mi correggo: non è un romanzo corale, meglio definirlo un insieme di personaggi e racconti che si intersecano seguendo un proprio preciso percorso. E' più difficile spiegarlo che leggerlo ed apprezzarlo.
Le descrizioni ed i dialoghi dei personaggi, che vivono esperienze surreali, oltre il limite dell'incubo, dell'horror se vogliamo, denotano una profonda conoscenza dell'ambiente descritto (e della letteratura ), una mente critica con ferrei princìpi, e un sense of humor veramente invidiabile. Vi anticipo che la fine peggiore la fa l'editor nell'episodio "Chi siete", seguito a ruota dai bloggers ignoranti, superficiali e prevenuti che si arrogano il diritto di emettere sentenze denigratorie su ciò che hanno letto. Di più non posso dirvi, se non che VALE LA PENA DI ACQUISTARLO E LEGGERLO, E MAGARI REGALARLO PER NATALE.
Se non vi basta il mio parere sul sito de I Sognatori c'è la possibilità di scaricarsi la metà del romanzo GRATIS.
Questa non è una prefazione…( chiedo venia: recensione)
[…So che il Moscatelli novelliere ti sconfinfera, ma ogni libro fa storia a sè, quindi spero vivamente di non farti rimpiangere i soldi spesi!...Aldo Moscatelli]
Non volevo ripetermi su quello che non è ma ho dovuto farlo per una questione di semplice simmetria e certamente sarò perdonato per aver osato tanto, o no?
Scrivere di uno scrittore, al contempo editore – non a pagamento- (quindi è ipotizzabile che i lucrosi proventi derivantigli dalla messa in commercio del suo libro andranno tutti a rimpinguare le tasche dei suoi numerosi collaboratori) non è assolutamente semplice. Potrebbero saltare fuori cose del tipo: certo scrive così perché è un suo caro amico…lo seguirebbe anche se scrivesse sulla gazzetta della parrocchia… a lui i libri glieli regala, anche in più copie… va che poi su Anobii le cinque stelle non gliele leva nessuno. Oppure antipatie congenite e rancori mai sopiti : certo anche quello lì scrive, ma l’avete mai sentito nominare?
Qualcosa di vero c’è sempre, claro?, ma qui non si fa la guerra, si fa l’amore e se c’è una cosa che io e l’editore/ scrittore in questione abbiamo in comune, quasi scontato, è l’amore per i buoni libri, la vera cultura, e la conoscenza di un verbo - ci si perdoni la presunzione- sì proprio quello: il verbo scrivere.
Questo non è un libro( romanzo a episodi) ha in primo luogo il pregio di essere scritto da chi ci sa fare con la penna, quella spezzata di pagina 3 e ci dice che l’autore ha, ex informata conscientia ( poi Lui se la prende col mio solito latino) adottato la linea morbida del racconto, spesso anche divertente e irriverente come in La ruga, per parlare di cose molto più serie di quanto non si creda. Ci sono malattie che si possono , non dico curare, ma affrontare col sorriso, forsanche a denti stretti quando è il caso, che appartengono all’editoria, alla nostra amata cultura libresca, all’atavica smania di scrivere per farsi conoscere e meritare un posticino al sole sì, ma all’ombra dei cosìdetti GRANDI, quelli per cui si sbava per esservi accostati.Vincitori e vinti nei tornei annuali dove si raccolgono premi che vanno dalla semplice segnalazione sulla stampa locale alla corona aurea( in clamorosi encomi e soldoni) degli Strega e dei Campiello. Non vado oltre perché Aldo Moscatelli , a mio parere, stava per soccombere minato da un tarlo che è quasi il titolo di un libro: MA CHE CI fACCIO IO QUI?. Dopo innumerevoli scontri, post e confronti, interni e esterni, con chi sa come girano le ruote il mio amico Aldo ( ora posso dirlo vero?) ha scelto di scrivere “ Questo non è un libro” e lo ha fatto alla grande… per soddisfare un intimo bisogno: quello di uscire dal pantano, dalle nebbie fumose dei grovigli editoriali alimentati clientelarmente da sussidi e aiuti mendicati a destra e a manca. E per uscirne guarito ha certamente accontentato chi lo ama e lo conosce come editore, da sempre coerente con se stesso, ma soprattutto come un signore scrittore che si fa leggere apparentemente senza sforzo tale è il talento che produce come narratore di vaglia cui , mi sia consentito dirlo, il genere un po’ rivalutato del racconto si addice a meraviglia.
P.S. In una certa postfazione che collima quanto mai con gli obiettivi dell’autore e ne sancisce i pregi si parla di un “garbuglio” non meglio identificato, ma identificabile. Sbrogliatelo... Gente…Dipanatelo.
Aggiungo che anche se fossi un genovese non potrei lamentarmi per le "palanche" spese. Franco Seculin
L'ultimo lavoro di Moscatelli è un non-libro. Mi trova daccordo.
Attraverso 6 racconti che si possono leggere a sè seguendo l'ordine dato dalla stampa o a caso, l'autore porta il lettore dentro il mondo dell'editoria. Ogni racconto è un dato di fatto. Come stanno le cose in Italia oggi in fatto di produzione di libri. Con il suo stile umoristico, Moscatelli, scrivendo a volte in prima a volte in terza persona, permette al lettore di calarsi nei panni ora dello scrittore, ora del blogger, del lettore, del ghost writer, del redattore mostrando le difficoltà dello scrivere un libro e il potere del pubblico, spesso senza scrupoli, nel far morire o vivere un'opera e, di conseguenza, il suo autore. "C'è un essere umano dietro ogni pagina, ogni riga, ogni lettera e ogni sillaba" e spesso noi lettori ce ne scordiamo e siamo capaci di distruggere mesi di lavoro con un semplice "fa schifo" spesso senza soffermarci a capire, e di conseguenza a spiegare, il motivo per cui non ci è piaciuto quel libro.
Moscatelli provoca con questo non-libro. Io ho raccolto la provocazione trasformandola in più coscienziosità nelle mie letture e maggiore rispetto nei miei commenti futuri. Mi piace pensare che Pennac ha regalato dei diritti al lettore, Moscatelli ha ricordato anche i doveri.