“Sul biglietto stava stampato in caratteri eleganti:
ALFRED ARKAD’EVIC
BRONSKIJ
Collaboratore delle riviste moscovite “Fuoco Rosso”, “Pepe Rosso”, “Rivista Rossa”, “Proiettore Rosso”, e del quotidiano “Mosca – Sera Rossa”.

Basta questa piccola citazione, per cogliere l’ironia e la critica al bolscevismo che pervadono le “Le uova fatali”.
Ma il romanzo non ha soltanto una valenza politica: sono godibilissime la struttura grottesco surreale e la dinamicità della storia, e poi la trama “fantascientifica” si presta a riflessioni “etiche” attualissime, ad esempio su quanto possa l’uomo possa alterare i processi naturali senza che gli si ritorcano contro, sul rapporto tra ricerca scientifica e potere, tra esigenze del mercato e ricerca.

Un libro che ho scoperto tardi ma che i miei ragazzi (vabbuò, alcuni, non tutti) leggeranno presto. (ahiloro)

Jun 22, 2015, 6:06 AM

Questo racconto di Bulgakov non mi è piaciuto particolarmente, comunque meno di Cuore di cane. Forte è la satira bulgakoviana alla politica e al regime comunista ( il racconto è stato scritto nel 1924, in pieno regime), ai politici ottusi e burocrati che pretendono, nella loro ignoranza, di prendere in mano la scienza e servirsene senza le conoscenze adatte per gestirla e così facendo provocano danni incontrollabili alle popolazioni. Un racconto definito di fantascienza, certo lo era per l’epoca, ma con il senno di oggi possiamo definirlo profetico e di vera attualità. Brevemente la storia può riassumersi nella scoperta da parte di un illustre zoologo moscovita, il professor Persikov, di un raggio rosso che provoca la crescita e la riproduzione rapidissima degli esseri viventi, nonché una aggressività enorme tra le creature generate grazie al raggio, che divorano le più deboli (come il capitalismo, mostro che genera nuovi mostri che prosperano sulle disgrazie altrui –vedasi oggi le banche). Subito i burocrati del regime vogliono appropriarsi della scoperta per far nascere nuove galline in Russia che è stata colpita da un’epidemia misteriosa che uccide i pennuti. Un inghippo nella procedura provocherà terrori e stragi di fronte alle quali viene armato l’esercito russo con le maschere antigas e i carri armati (pare proprio che Bulgakov predìca le invasioni sovietiche in Ungheria, Cecoslovacchia e più tardi Afghanistan!), che non serviranno perché ci penserà la natura ad intervenire, con un evento anch’esso profetico che si realizzerà negli anni a venire, dopo la seconda guerra mondiale. Un racconto che tratta una tematica sempre attuale, sui limiti della scienza e sul suo significato, sul rapporto scienza-politica quando la politica è inetta ed immorale.
Forse perché troppo breve, forse perché tutti i personaggi sono delle caricature, non approfondite ma buttate nella mischia come se fossero dei clown in un circo, il racconto mi è piaciuto solo nella parte finale, di una tragicità che fa riflettere.

Nov 2, 2013, 2:50 PM
Vietata la frittata

Piacevole questo raccontino fanta-horror dalla scrittura impeccabile; fluido e pimpantemente tragicomico.

«GRACËVKA, PROVINCIA DI SMOLÈNSK. IERI HA FATTO LA SUA APPARIZIONE NEL NOSTRO DISTRETTO UNA GALLINA DELLA DIMENSIONE DI UN CAVALLO. L'ANIMALE TIRA CALCI, E, AL POSTO DELLA CODA, HA UN MAZZO DI LUNGHE PIUME DA SIGNORA BORGHESE.»

Ecco, questo è il tono...
Uno stuzzicante antipastino che ben mi dispone al più calorico e (suppongo) impegnativo 'Il Maestro e Margherita'.

Jul 29, 2018, 9:57 AM