Mi è piaciuto moltissimo. Davvero. Forse più per la scrittura molto diretta che per la storia in sè, anche se l'ho trovata molto bella nella sua semplicità. Quattro uomini alle prese con le loro vite molto imperfette che cercano di risolversi, con la soluzione più estrema possibile. In generale trovo che i libri e gli autori della Las Vegas siano sempre validi.
Chi di noi non ha sogni nel cassetto e scheletri nell’armadio?
Ebbene, in questo libro Giorgio Pirazzini dà corpo e anima proprio a quella parte di sogni, progetti, aspirazioni e pulsioni che spesso vengono messi a tacere per rispetto delle convenzioni sociali, della morale o delle aspettative delle persone che si amano.
La vita, così, si snoda tra compromessi e bugie che portano a una solitudine profonda, incolmabile.
E i quattro protagonisti di questo libro “al maschile”, in cui le donne compaiono quasi nella pura funzione di aguzzine inconsapevoli, si incontrano, si riconoscono e percorrono insieme quello che sembra essere il loro unico destino.
Una storia intrigante, narrata in massima parte in prima persona, che, quasi a sottolineare l’ineluttabilità del destino, inizia dalla fine, per procedere attraverso flashback che ci fanno viaggiare tra l’Italia e l’America centro-meridionale.
Una narrazione imperniata su dialoghi rapidi, essenziali e una costruzione fortemente cinematografica rendono questo libro godibile e a tratti molto divertente, nonostante la disperazione di fondo.
Mi sono avvicinata alla lettura di questo testo con molta curiosità, perché non conoscevo l’autore e perché distante dai miei generi preferiti (thriller e horror) ed è stata una piacevole sorpresa.
MAGGIOR PREGIO: costruzione “invertita” della storia: non leggi per sapere come va a finire, ma per capire come mai si sia giunti a un simile epilogo e in questo viaggio i personaggi riescono a catturarti e a farti entrare nel loro mondo, quasi a condividere le loro scelte estreme.
PEGGIOR DIFETTO: piccolo colpo di scena finale con “redenzione”, un arcobaleno che illumina un quadro che, a mio parere, avrebbe lasciato un segno più profondo nel cuore, se avesse avuto il colore plumbeo del cielo della Venezia in cui si chiude la storia.
Lo consiglieresti? si
Laurana
http://www.pescepirata.it
http://www.pescepirata.it/aspiranti_scrittori/viewtopic.php?f=140&t=3364