lettere da spedirsi

Per me, un libro, vive di tante cose.
Della presenza del suo autore, della sua voce che cerco,e delle
sue parole assenti.
Quelle che mi permettono di svolare.
Un libro in cui la scrittura ti fa pensare alle cose che mancano, dentro le lettere d’amore.
E che ti fa venire voglia di scrivere per riempirlo dei tasselli intuiti, per togliere quell’orizzonte indefinito su cui ti ha tenuto chi scrive: come fossi io un gabbiano, e chi scrive un mare.

Mi piace un libro piccoletto, ben curato, con i disegni in bianco e nero d’inchiostro tra Dorè ed Escher.
Mi piace che contenga tante parole che restano ballerine in testa.
Mi piacciono le persone che hanno covato questa edizione come fosse per una mostra d’arte, dando dignità alla casa editrice minore.
Grazie alla scrittura di Barbara, alla sua volontà di guardare in faccia la banalità del dolore, i suoi scavi, i suoi sotterfugi, le sue vie di salvezza. Grazie ai pennini di Mario, fiammiferi un dopo l’altro accesi.
Mi ha ricordato le lettere che Emily Dickinson spediva dove scriveva

“Dì tutta la verità ma dilla obliqua
Il successo sta in un circuito
Troppo brillante per la nostra malferma delizia
La superba sorpresa della verità
Come un fulmine ai bambini chiarito
Con tenere spiegazioni
La verità deve abbagliare gradualmente
O tutti sarebbero ciechi.

16 Novembre 2012 Lino Di Gianni

Nov 16, 2012, 5:23 PM

Molto, molto poetico!

Jun 10, 2013, 7:06 PM
"Non si torna mai del tutto da nessun viaggio. Una parte di noi resta nel mondo."

Originale, soprattutto il finale.

Dec 13, 2012, 7:00 PM