L'argomento è uno di quelli che devi trattare con i guanti e pinzette, perché è talmente delicato e importante che non si può valutarlo e trattarlo come qualunque altro.
Ad una prima lettura devo dire che però non mi è piaciuto così tanto.... o meglio, questo non è un libro che deve piacere o meno, ma deve toccare, ecco.
Ho letto già molti altri libri sull'argomento, sugli ebrei, sui campi di concentramento, sulla guerra, e onestamente non è mai bello leggerli, cioè uno non lo legge perché è un bel libro, ma perché interessa l'argomento o vuole approfondirlo, ma non perché piace.
Sono anni che mi propongono la gita ad Auschwitz, come se si potesse anche solo pensare di mettere nella stessa frase gita e Auschwitz, ma io non ho il coraggio. E Dachau è la stessa cosa, non ho il coraggio, ho paura di sentire la sofferenza talmente densa e pesante da non poterla reggere, da non poterla sostenere. Ho paura dei fantasmi. Per me è così, là dove si sono svolte certe tragedie tipo appunto i campi di concentramento, o per esempio la diga del Vajont che sta vicino a casa mia, mi prende questo nodo allo stomaco e mi sembra di dover piangere tutte le lacrime che ho a disposizione.
Questo libro non è da meno perché oltretutto è ambientato in Friuli e la mia famiglia è friulana, io sono friulana anche se abito in Veneto, e niente i paesi nominati li conosco come sono ora però non com'erano allora, ed è tutto più familiare quando ad un nome abbini una piazza un bar un negozietto... Però nonostante tutto non ho apprezzato il libro, mi è sembrato più una raccolta di nozioni date e nomi, ma poco sentimento è trapelato tra le righe, o semplicemente l'obiettivo era parlare di uno spaccato di vita, ma senza approfondire. Comunque niente, andrò a mettere un fiorellino sulla sua tomba quando passo dalle sue parti, giusto per...

Dec 2, 2016, 11:49 AM