Ho pensato a lungo un modo in cui poter fare un commento intelligente all'opera di Pirandello: non credo ci riuscirò, non con questo caldo, non con questa stanchezza fisica e mentale.
Mi limiterò dunque all'elogio servile e assoluto.
Che a ben pensarci, è tutto quel che si merita.
Percorre sottilmente l'opera pirandelliana uno dei temi più importanti del Novecento (affrontati in sede teorica, personale e psicanalitica dalle personalità più importanti nel corso del secolo scorso): la follia.
Ma la follia pirandelliana è semplicemente una presa di coscienza del mondo: nell'Enrico IV ad esempio, il protagonista più che folle è paradossalmente un ragionatore, ed è consapevole, a differenza dei suoi ospiti, delle contraddizioni dell’essere umano. Il folle è dunque “colui che sa”, che concepisce, si rende amaramente conto che lo status dell’individuo nella società è limitante, alienante e umiliante.
Potrei stare ore a scrivere cose che chiunque ha già studiato a scuola, quindi ve le risparmio almeno in questa sede. Vi esorto invece a prendere in mano un testo, qualsiasi testo, dell'autore siciliano per fare proprie le nozioni studiate.
E quando leggi certi passi non puoi non fermarti e cercare di riprendere a respirare. Perchè capisci, capisci tutto: si tratta di piccoli momenti di folle lucidità, per poi ritornare follemente alla normalità.
Pirandello sei un idolo; troppo - passiamo il termine va là - intrippanti queste commedie!
Quanto mi stava simpatica la ragazza dei personaggi in cerca d'autore davvero non so, le avrei fatto l'applauso ad ogni risata sguaiata.
Mentre, a dispetto di quanto poco sia famoso rispetto ai personaggi in cerca d'autore, Enrico IV for president! Stupendo!