Austen, Austen, Austen.

E' un fatto universalmente noto che una fanciulla provvista di un cospicuo patrimonio di libri non possa fare a meno di leggere Jane Austen.
Per poco che si conoscano i sentimenti o le intenzioni di tale dama al momento del suo primo apparire in libreria, questo fatto è così radicato nella mente dei lettori del vicinato, che ella viene considerata legittima proprietaria dell'uno o dell'altro libro di Jane Austen presenti in tale luogo...

...eh eh eh ;-)

May 9, 2008, 5:59 AM
It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a good fortune, must be in want of a wife

Il famosissimo incipit è un test perfetto per il lettore incerto: nel caso temiate un bagnomaria di giulebbe e altre sostanze d’insopportabile glucidità, proseguite che non è così; se vi adontate e preoccupate, impauriti di affacciarvi su un cesto di vipere interessate al vostro denaro, proseguite che non è neppure così; se vi appare il sorriso dell’autrice contemporaneo a una impertinente strizzata d’occhio, è così quindi andate avanti. Se non vi appare nulla, ahimè, non sono in grado di consigliarvi, forse Don Ulrico può far qualcosa per voi:

“The person, be it gentleman or lady, who has not pleasure in a good novel, must be intolerably stupid.” J.A.

Jane A. era probabilmente di presunzione olimpica, si dispose serenamente (a ventun anni) a un romanzo il cui nocciolo è la ricerca di un marito. (nell’Inghilterra d’inizio ‘800 equivalente alla ricerca di un lavoro più la promozione sociale, più la legittimazione degli affetti e appetiti, più la difesa del proprio patrimonio femminino; quindi prima di fare un sorrisetto di sufficienza pensando alle raffinate strategie allestite oggi per evitare il matrimonio, ricordate che allora era un disastro: zitellaggio si chiamava)

“Single women have a dreadful propensity for being poor. Which is one very strong argument in favor of matrimony.” J.A.

Non paga delle difficoltà della ricerca di un solo marito confacente, siccome il gentiluomo Mr. Bennet aveva solo un piccolo patrimonio intrasmissibile per linea femminile, con la felice collaborazione della sua Signora, si dedicarono per anni alla ricerca dell’erede maschio dando vita a ben cinque ragazze.
Inoltre, la signora Bennett è solo un onesta gallina, nulla di più e il consorte, un salace battutista ma oramai d’indole maldisposta verso il matrimonio (pare che fosse innamorato del sorriso commettendo l’errore di sposare l’intera ragazza) compie malvolentieri i suoi doveri sociali, incluso badare alle figlie che pure ama ma con scarsi fatti a supporto, preferendo ritirarsi nel suo salottino, studio o biblioteca.

Già con questo si è apparecchiata una compilation di discipline, ma l’eptathlon non le basta. Austen punta al decathlon: le ragazze vogliono pure innamorarsi.

Il grafo dei rapporti sociali, (Spoiler! Leggetelo solo se vi perdete) rende perfettamente l’idea del garbuglio che Jane A. ha dovuto organizzare: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pride_and_Prejudice_Character_Map.png

Ovviamente fin da subito, ha dovuto dar prevalenza a un personaggio, Elizabeth “Lizzy” Bennet che naturalmente non è la più bella ma è assai carina e di fascino e carattere; con fegato e abilità Austen crea Lizzy di intelligenza integralmente moderna.

Dopo due secoli potrebbe lavorare tranquillamente nell’edificio dopo il vostro, vestita e abbigliata con ciò che si trova oggi e parlare e ragionare in modo perfettamente accettabile: solo i modi coi quali Lizzy si esprime e le convenzioni la tengono nell’800. Se la incontraste al Roxy all’ora dell’aperitivo, vi auguro che questo libro vi permetta di riconoscerla, magari non vi sposerete ma per un mese o un anno avrete una possibile felicità.

Brillante come il Circolo Pickwick – penso alla creazione del sicofante Collins - con dialoghi geniali, dinamiche aderentissime alla realtà, Austen, quasi di getto per 400 pagine a soli 21 anni con fluidità simenoniana costruisce le avventure traverso le quali Lizzy e Mr Fitzwilliam Darcy si conosceranno e si innamoreranno.

Gli ostacoli non mancheranno, l’orgoglio di lui e i pregiudizi di lei fra tutti. Darcy (moOolto benestante e di bell’aspetto) viene descritto frequentemente come uno stronzo. Chi lo dice non ne ha mai conosciuto uno di quelli veri. Dotate un ragazzo di cospicuo patrimonio e di ottima educazione, affiancate un padre pronto a scusare e perdonare e un aspetto fiero, et voilà - gli uomini sono notoriamente prevedibili, otterrete un giovanotto orgoglioso. Parimenti Lizzy accumula il lascito frequente delle Oneste Galline: pregiudizi, cataloghi di istruzioni slegate, spuntate, arrugginite.

Il romanzo si regge sulla ripulitura dei pregiudizi di Lizzy e sul riconoscimento da parte di Darcy che l’orgoglio è un gavitello, eccellente aiuto per non affogare in una bufera ma perbacco già a terra e in movimento verso Lizzy, taglia la sagola e lascia l’ingombro in acqua.

Mentre di Lizzy però conosciamo perfino i dettagli, le sequenze, gli algoritmi, le istruzioni SQL della sua attività di comparazione e riforma delle tavole di verità che le ha lasciato la madre; cosa accade nella mente di Darcy, le circonvoluzioni cerebro-balaniche e gli scuotimenti periorchidici nell’abbandono dell’inutile orgoglio è ignoto.

Giustamente per una ragazza, un uomo (o meglio un giovanotto) è una scatola nera che deve interpretare attraverso ciò che fa, non ciò che presumibilmente è.

Amore, Austen sa di cosa si parla e pur non potendo allora esprimere altro che una tensione sessuale, è molto più percepibile qui, i magoni, le farfalle nello stomaco, un senso di ridicola inadeguatezza e disastro imminente, cataste di punti interrogativi, felicità a montagnerusse e in genere una anamnesi assomigliante a una malattia seria, che non in più recenti libri allettati da maggior libertà espressiva sprecata in ginnastiche.

Nella mia edizione c’è uno scritto finale di Somerset Maugham a difesa dell’autrice.
È tutto vero e condivisibile. Austen conosceva quella realtà e l’ha animata in un capolavoro. Chi l’accusi di aver descritto un mondo ilare e chiuso dimentica delle sofferenze del mondo (in Dickens i liquami spesso affiorano anche in mezzo alle risate) non capisce un beneamato cavolo. Austen conosceva le retrovie, non la prima linea. Coerentemente ha ambientato le sue storie nelle retrovie lasciando che delle linee d’ombra, dei cuori di tenebra, delle acque morte, delle estensioni del dominio della lotta, di storie semplici e di tutta la letteratura ambientata dove il ferro incontra il fuoco si occupassero altri. Per dire… Janice Tedrow Arden Smith e Barb Jahelka tre ottimi ritratti in “The Cold Six Thousands” non sono più affascinanti o moderne di Lizzy, sono donne di prima linea, tutto qui, e perfino chi oramai non ricorda nemmeno più com’era fatta la pace, una licenza o perché no un congedo nelle retrovie lo prenderebbe al volo.

Perdonate le iperboli, so anch’io che in molti punti o situazioni (più che i caratteri) sono oggi irrecuperabili e irriproducibili per cui ci sono parti e modi datati, ma non è un romanzo datato, quello no.

Se oggi ci si incontra fuori dalla famiglia invece che sotto le occhiute madri o zie, non è assolutamente garantito (se non per menti molto ingenue) che probabilmente Darcy e Lizzy finirebbero in un comodo giaciglio fin dal quarto capitolo.

Lo facessero – l’incontro fra un orgoglione e un catalogo non verificato, necessiterebbe come minimo di tre martini o altre farmacopee sudamericane e non per reggere, poi credete risulti automaticamente in una sequenza d’orgasmi multipli in scala Richter?
Siete illusi e prossimi clienti di psicologi, dietologi e (yawn!) guru new-age.

Fra D e L accade - è vero - qualcosa fin da subito ma è un qualcosa che per crescere e perfino per essere riconosciuto per quello che è, ha bisogno di tempo, interesse e fatica.

Il progresso può accorciare le distanze in modi che ora se tua figlia abita a Glasgow come accade a una delle ragazze Bennet, non è impossibile vederla ogni weekend ma il tempo no.

Il tempo non conosce progresso.

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Nota storica.Gli inizi dell’800 ebbero Lizzy in UK, Charlotte e Ottilie in Germania, vent’anni prima - ante Rivoluzione - un francese aveva creato la marchesa de Merteuil, dopo decenni ci svegliammo pure noi e chi ti mettiamo nel grande romanzo nazionale? Lucia.

E allora ditelo.

Colonna sonora: Eric Clapton: Layla and other assorted love songs / 461 Ocean Boulevard / Slowhand / Journeyman /. 24 Nights - Live at Royal Albert Hall -London.

Non so se Fitzwilliam Darcy oggi ascolterebbe quest'uomo, ma io, come avrete già capito, non gli assomiglio; anche se almeno per una cosa l'invidio: potrebbe chiedere e ottenere che Eric Clapton suoni nel suo palazzo per una settimana...
...ma dove stracappero ho messo quel numero di Forbes col catalogo ragionato delle ereditiere mondiali? Numi! Dove!! A me!!!

Sep 10, 2009, 10:13 AM

E' perfetto, anche se a raccontarne la trama sembra più un romanzetto per ragazze che il capolavoro che è. Lui e lei si conoscono, si piacciono, ma hanno un bel caratterino tutti e due per cui si respingono; inoltre, anche l'estrazione sociale è diversa. Intercorrono alcune traversie, l'amore sembra perduto, ma alla fine trionfa.
La scrittura è sublime, i personaggi vengono tratteggiati con brevi tratti comportamentali in modo che te li ritrovi di fronte, li vedi. I moti dell'animo non hanno mai una parola di troppo, non sono nè sdolcinati nè ruvidi. Il meccanismo narrativo è talmente equilibrato che non si percepisce la costruzione (una delle cose che odio di più nei brutti libri, è che si percepisce la costruzione). Insomma, lo rileggo una volta all'anno.

Jun 12, 2007, 12:32 PM