Potrebbe essere l’ennesimo libro che parla degli ultras per sentito dire e non per esperienza diretta. Potrebbe essere l’ennesimo libro di qualche pseudogiornalista dalla penna facile e con la pretesa di sapere tutto ed il contrario di tutto ciò che si muove attorno all’universo ultras. Potrebbe essere l’ennesimo tentativo di far passare gli ultras come i primi nemici del Dio Pallone, capace di calamitare per dodici mesi l’anno l’attenzione del popolo italiano sempre più schiavo di un’informazione distorta e superficiale. Potrebbe essere... ma non è!
“Ultras i ribelli del calcio” è un ottimo libro, scritto in maniera semplice ed efficace che si snoda tra le problematiche degli ultras, le congetture contro gli ultras e qualsiasi tematica che fa riferimento ad un meraviglioso mondo che viene continuamente attaccato da i nostri “padroni” del calcio, capaci di stravolgere le tradizionali abitudini dello spettatore, del tifoso e dell’ultras in particolare.
Già il sottotitolo in copertina, “quarant’anni di antagonismo e passione”, dà l’idea di un libro “contro”, di una pubblicazione che vuole spiegare e vuole far capire cosa si cela dietro quelle persone che macinano chilometri al fianco di una squadra, che tralasciano amori e famiglia per una “semplice” partita, che si sbattono durante la settimana per organizzare una coreografia, ed anche cosa porta queste medesime persone a scontrarsi con l’avversario di turno.
Se la copertina attira l’attenzione, la dedica convince anche il più scettico dei lettori: “…a tutti i ribelli che infuocano il mondo”. A questo punto l’acquisto diventa immediato e pure la lettura, che conferma quanto di buono è suscitato alla prima impressione.
La prima parte del libro è dedicata alla storia degli ultras, dalle origini fino ad i nostri giorni: tanti fatti successi e raccontati in maniera esemplare, tanti richiami all’abbigliamento da stadio e le sue evoluzioni, alla musica, ai rapporti degli ultras con il resto del pubblico, insomma, un tuffo nel passato che fa la felicità dei più giovani, delle nuove leve.
L’autore si sofferma, giustamente, sulla situazione attuale, sul rapporto (reciproco!) di odio che intercorre tra forze dell’ordine ed ultras culminato con la morte dell’ispettore Raciti, morte che, come viene ricordato nel libro, presenta più di un lato oscuro che lascia spazio ad una riflessione molto più approfondita di quella che è stata intavolata nei salotti televisivi.
Il libro tocca veramente tantissimi argomenti: l’identificazione tra ultras e territorio, i derby, le trasferte, i cori e gli striscioni, gemellaggi, rivalità, alcol, droghe, violenza, forze dell’ordine, insomma, tutto quello che ruota attorno agli ultras, senza tanti giri di parole ed in maniera esauriente.
Da menzionare il paragone tra modello inglese ed italiano, tra le leggi vigenti nel Regno Unito e quelle attuate in Italia: come giustamente deve essere, l’autore spiega perché è destinato a fallire il modello inglese attuato al nostro calcio. E questo sarebbe pane per i nostri politici, impegnati a fare un semplice “copia e incolla” invece di comprendere come è nato l’ultras in Italia, cosa ha spinto prima poche centinaia e poi diverse migliaia di ragazzi a riunirsi sotto uno striscione ed a occupare le curve nei nostri stadi. Troppo complicato per chi ha la presunzione di sapere senza informarsi, troppo difficile per chi semplicemente vuole risolvere la questione a colpi di Daspo ed arresti.
Nel libro non mancano stilettate alle televisioni, ad un palinsesto calcistico che si disinteressa completamente dello sportivo, dell’appassionato per far spazio al teledipendente, al tifoso da poltrona armato di telecomando, televisore Lcd e tanta passione repressa.
Un libro da ultras e per gli ultras ma anche per chi continua a non capire cosa si cela dietro quei ragazzi che riempiono le curve degli stadi italiani, come sono nati, come sono cresciuti e che leggi adottano nel proprio territorio, che valori hanno e come si comportano tra di loro.
Vogliamo trovare un difetto? Le foto, stampate in bianco e nero, non rendono bene l’idea dell’evoluzione estetica delle curve negli anni, ma il difetto è talmente piccolo da passare in secondo piano man mano che si prosegue con la lettura e si viene conquistati dalle pagine del libro.
Da leggere immediatamente!!!
Bello sì, a partire dall'introduzione fino alle foto. Mi piace sentirmi dire le cose, anche se già sentite, e alcuni paradigmi descritti qui non sono novità per chi sta dentro a questi discorsi. Val la pena averlo però, non solo per feticismo. Tre stelle ma in senso buono, qui ad anobii fa credere che con tre stelle sei scarso, mah.