Marius Alexandre Jacob (1879/1954), anarchico illegalista francese, fu il capo dei Travailleurs de la nuit, un gruppo di scassinatori che, fra il 1900 e il 1903, piazzò oltre 150 colpi, svaligiando le ville dell'alta borghesia francese. Jacob, come un Robin Hood, rubava ai ricchi per dare ai poveri: gran parte dei ricavati dei furti infatti finivano nelle tasche delle associazioni anarchiche. Il lavoratore della notte inoltre derubava soltanto quelli che definiva parassiti e sfruttatori (industriali, imprenditori, possidenti, magistrati) e non i ricchi che svolgevano attività utili per la società (medici, insegnanti e artisti per esempio). Quando per errore svaligiò la casa di Pierre Loti, scrittore per giunta simpatizzante dell'anarchia, restituì interamente la refurtiva al proprietario con un biglietto di scuse e qualche franco in più per coprire le spese del vetro della finestra rotto. A lui si ispirò lo scrittore Maurice Leblanc per il suo personaggio di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo.In questa sua ricostruzione autobiografica Jacob rievoca i tragici momenti della sua cattura. Durante il processo l'imputato tenne un discorso (riportato nel testo) in cui difendeva la legittimità del furto come riappropriazione di quanto espropriato al povero dalla società retta dai ricchi e dai potenti: trasformò così la sua dichiarazione di colpevolezza in un inno all'anarchia ricevendo l'applauso finale del pubblico. Scontò 23 anni alla Cayenna, ma sopravvisse. Tornato in Francia riprese l'attività di fiancheggiatore dell'anarchismo (ma non quella di ladro) e fece in tempo a concedersi, a 75 anni, un'ultima breve ma intensa storia d'amore con una ragazza di 27 anni, Josette Passas. Nell'agosto del 1954, in pace con se stesso, si suicidò "facendo uno sberleffo a tutti gli acciacchi e le malattie che arrivano con la vecchiaia", lasciando una damigiana con due litri di vino rosè perché chi avesse ritrovato il suo corpo potesse brindare alla propria salute.

Dec 23, 2011, 12:07 PM

Non è un romanzo nè una autobiografia, diciamo che è il racconto autobiografico della cattura di Alexrandre Jacob.

Quello che mi ha colpito di più è la forma del racconto, molto fredda, quasi non fosse coinvolto.

Dec 12, 2010, 6:29 PM