L'ho praticamente divorato, non sono riuscita a staccarmi fino alla fine. Un umorismo sottile, ma anche un modo particolare per far sentire il dolore dalla perdita di persone care e la solitudine.
Strani personaggi che ruotano attorno al protagonista, cani compresi.
Mi è piaciuto molto
13 cose forse sono quattordici ma non è importante.
Non è importante neanche cosa siano in realtà, ma questo è solo un dettaglio.
Burano ha preso possesso di casa, nessuno gli ha chiesto niente, meglio farsi i cazzi propri.
Meglio! Non ce ne frega niente.
Burano è un senza tetto. Ma anche questa informazione serve a poco. Burano, per evitare equivoci, non è il protagonista.
Tanaquilla è una cagna dall’occhio vitreo e poco sveglio, sempre infoiata.
Agon, il cane di Burano, la sodomizza continuamente, doggy style.
Il senso non c’è. La schizofrenia è la specialità della casa.
Lo humour è nerissimo. Si ride amaro ma con gusto. Dolce amaro direbbe la D’Urso nella celebre canzone. Ma lì forse si parlava d’altro. Sperma presumibilmente.
Le 13 cose dicevamo, è uno scritto folle, completamente. Un viaggio verso l’inferno della coscienza che tutti noi animali ci rifiutiamo di ascoltare. Un libro che attraverso un nonsense sfrenato ma lineare scruta con precisione il malessere esistenziale dell’uomo pensante.
L’agonia dell’osservatore cinico. O forse più semplicemente, attento.
Il protagonista non mangia, vive in solitudine e beve da buon bohemièn squattrinato, decalitri di birra Birra a 50 cent a lattina (500 ml – 4,9%) vomitando il tutto poco dopo. Un intellettuale moderno insomma.
Apatico, atarassico, bulimico, anoressico e con sintomi evidenti da sindrome di Diogene precoce.
Ma finché si legge qualche pagina in giardino, la vita non è poi così male (forse).
“Le 13 cose” risponde alle nostre domande ancestrali senza prendersi troppo sul serio: a parlarci è un individuo scottato dalla vita, dall’alcol e da una fantasia siderale (a tratti salvifica).
Alessandro Turati ha uno stile personalissimo, colorito, colorato. Non è un libro per tutti, lo specifico senza possibilità di essere smentito (Pontifex, Cronaca Vera, Massimo Giletti e tua madre, ad esempio, potrebbero dirne peste e corna).
Neo. (epidermico) Edizioni dà spazio al merito e pubblica un romanzo coraggioso, veloce e di godereccia, raffinata e razionale eleganza trash.
Spassoso. Caustico.
“Le 13 Cose” di Alessandro Turati è un tuffo nello stato alienante di chi si rassegna (con forza) all’ineluttabilità della solitudine.
Perché si muore, sempre, come i cani. Davvero.
http://www.trashicmagazine.it/recensioni/le-13-cose-alessandro-turati/