Spettacolare

Terruzzi si conferma un grande giornalista. Immagina l'ultima notte di Senna (alla suite 200 dell'hotel) in cui il campione rivive (e ci fa rivivere) tutta la sua vita. Ricordo come fosse ieri quel giorno e questo libro mi è servito per rivivere quelle emozioni e rielaborarle, a 30 anni da quando le ho provate.

Feb 19, 2025, 6:54 AM

Ricordo come se fosse adesso quel maledetto 1 maggio.
Era il tempo in cui si andava già al mare e ricordo che rientrai proprio per il Gran Premio, amavo Senna per la sua serietà, per il coraggio, la bravura, era un mago per me, un mago bellissimo.
Nel momento dell’incidente ricordo che calò il silenzio, lo inquadrarono, la testa si era mossa quindi era vivo, magari grave ma vivo o magari solo un graffio ma vivo, doveva essere vivo. Mi aspettavo di vederlo uscire da solo o che una volta tirato fuori alzasse un braccio per rassicurarci. Ma la testa l’aveva mossa quindi era vivo.
Ricordo l’attesa delle notizie in silenzio come se parlando si fosse rotto un incantesimo o la concentrazione comune di chi in quel momento pensava a lui, faceva il tifo per lui.
Ricordo mio padre in lacrime, neanche fosse stato un parente, che mi abbraccia. Un unico dolore. Lo so può sembrare folle o strano ma 25 anni fa c’erano i campioni veri, non so, ma era tutto diverso e risultava più facile affezionarsi a qualcuno. Io poi ne ero innamorata, avevo i suoi poster in camera.
La sua foto è attaccata al mio frigorifero, il "suo" cappellino tenuto come una reliquia nel mio armadio.

Questo breve ma intenso libro mi ha fatto rivivere, tra le lacrime, tutto questo.
Terruzzi ipotizza una ultima notte insonne di Ayrton in cui ci porta a spasso nel passato rivivendo per sommi capi la carriera, le scelte sbagliate, gli scontri con Piquet con Prost. Gli amori. I timori del presente, i progetti per il futuro.

Fino alla fine

“Dov’eri quando è morto Ayrton Senna? Prova a fare questa domanda a chiunque. Ciascuno ti risponderà descrivendoti un luogo, il momento preciso”.
Lucio Dalla 1996


Il mio nome è Ayrton, e faccio il pilota
E corro veloce per la mia strada
Anche se non è più la stessa strada
Anche se non è più la stessa cosa
Anche se qui non ci sono piloti
Anche se qui non ci sono bandiere
Anche se qui non ci sono sigarette e birra
Che pagano per continuare
Per continuare, poi, che cosa?
Per sponsorizzare, in realtà, che cosa?
E, come uomo, io ci ho messo degli anni
A capire che la colpa era anche mia
A capire che ero stato un poco anch'io
E ho capito che era tutto finto
Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto
Ho capito che la gente amava me
Potevo fare qualcosa
Dovevo cambiare qualche cosa
E ho deciso, una notte di maggio
In una terra di sognatori
Ho deciso che toccava, forse, a me
E ho capito che Dio mi aveva dato
Il potere di far tornare indietro il mondo
Rimbalzando nella curva insieme a me
Mi ha detto "Chiudi gli occhi e riposa"
E io ho chiuso gli occhi
Il mio nome è Ayrton, e faccio il pilota
E corro veloce per la mia strada
Anche se non è più la stessa strada
Anche se non è più la stessa cosa
Anche se qui non ci sono i piloti
Anche se qui non ci sono bandiere
Anche se forse non è servito a niente
Tanto il circo cambierà città
Tu mi hai detto "Chiudi gli occhi e riposa"
E io, adesso, chiudo gli occhi


Per sempre nel mio cuore

Aug 1, 2019, 4:59 PM

per tutti quelli che quel giorno se ne stavano davanti alla tv con il cuore in gola per quello che era successo nei giorni precedenti, e guardando le immagini della cameracar di Schumi hanno urlato "Senna" quando hanno visto quella macchina blu davanti scartare verso destra quando invece avrebbe dovuto andare a sinistra e hanno assistito con orrore e increduli all'immediato stacco della telecamera per inquadrare frontalmenente quella macchina impazzita che si schianta contro il muro e come fosse una pallina magica, rimbalza ritornando verso la pista. E poi quei lunghi attimi trascorsi senza riuscire a respirare, fino a quando le telecamere non inquadrano quel casco giallo e quell'appena accennato movimento del capo che ha fatto urlare "Si muove, è vivo" e invece era solo la vita che se ne andava. Per quelli che, quando quella dottoressa gentile ma risoluta come solo i medici dei telefilm sembrano saper essere, si persentò davanti alle telecamere per annunciare che l'elettroencefalogramma era piatto, si dissero "Però è ancora vivo. Dai Magico che ce la fai anche stavolta" perché saperlo ancora vivo, anche se in una condizione in cui né lui né nessun altro avrebbe voltuto e vorrebbe trovarsi, serviva a dare una speranza a chi non voleva arrendersi alla realtà dei fatti. Perché che il cuore battesse ancora serviva ai suoi tifosi, non certo a lui. Per tutti quelli che non dimenticheranno mai quando la stessa dottoressa annunciò che il cuore del Magico si era fermato per sempre alle 18:40 di quella domenica.
Per tutti loro e anche per chi non c'era e ancora non sa di non aver ancora capito (e forse non ci riuscirà mai) cos'era la Formula1 di prima del 1994.
E forse è proprio per chi non ha vissuto l'era Senna che questo libro è imperdibile. Per chi l'ha vissuta invece, Terruzzi non fa niente di nuovo (ma lo fa molto bene) perché chi quell'era l'ha vissuta, sarà perennemente fermo al giovedì del Gran Premio di Imola: prima di Barrichello, Ratzenberger e Senna. Ecco, Terruzzi riesce a ricordarci che per chi c'era, in fondo quel primo maggio non è mai arrivato, perché ci si è fermati al giovedì precedente. e' un gran merito questo. Ecco l'unica cosa che mi sento di criticare, se così si può dire, è che nell'elenco dei gravi incidenti di quel 1994, si dimentica di aggiungere gli incidenti di Lehto e Alesi durante i test invernali e di Lamy durante i test estivi. Quelle non erano macchine ma mostruosi aerei con le ruote che neanche il più bravo è riuscito a domare.

May 7, 2014, 6:34 PM