Legami salmastri

Otto piccoli scritti i cui titoli giocano a rimpiattino con il lettore creando il mistero dell'attesa nascosto in titoli di difficile decrittazione.
Bisogna immergersi nel mare di parole e lasciarsi trasportare dall'arte raffinata che esercita un comandante nei confronti della sua nave, per scoprire dove siamo diretti.
"Entrambi, uomini e navi, vivono in un elemento instabile; sono soggetti a influenze sottili e potenti, e più che scovati i loro difetti hanno bisogno che siano compresi i loro meriti".
E' la raffinata arte di condurre velieri, quella che racconta Conrad, "laboriosa e stancante", "una lotta solitaria con qualcosa di molto più grande di voi, il cui risultato finale resta sulle ginocchia degli dèi", niente a che vedere con quell'occupazione moderna che si preoccupa soltanto di utilizzare, in maniera ottimale e scientifica, l'energia sprigionata dagli elementi.
Nella marineria di un tempo c'era intimità con la natura, vocazione personale, temperamento umano e "oblìo di sè", quella rinuncia necessaria di ogni sentimento personale che è l'unico modo per un marinaio di essere al servizio di quella che è la vera arte dell'andar per mare.
Fra il delicato compito di artigliarsi alla terra, affidato ad un sagomato pezzo di ferro (l'àncora), le forze scatenate dall'imperio dei "dittatori dell'est e dell'ovest" (i venti), il mondo dei moli e dei magazzini che imprigiona una nave tenendola in catene come uno spirito messo sotto chiave (il porto), la narrazione procede incedendo in precisazioni sui termini adoperati che, lungi dall'annoiare, restituiscono spiegazioni ricche di poesia che restano indelebili nell'immaginario sollecitato.
Le descrizioni trasudano quella passione e quella forza tipica di chi ci mette del suo. Conrad non è scrittore che deve documentarsi per raccontare il mare. Ha prestato servizio sulle navi mercantili per sedici anni. Il sentimento che si legge dentro è naturale, sincero come di chi ha respirato davvero salmastro a pieni polmoni.
C'è una sola cosa che non riesco a perdonare all'uomo Conrad: l'aver assegnato al mare quelle perversioni morali e caratteriali che sono il peccato originale della sola creatura umana.
Il mare non lotta con l'uomo per un predominio, né ha bisogno di tendergli trappole e fargli sgambetti. Non è un dio da placare con sacrifici o una creatura malvagia che gode nel procurare dolore agli altri.
Il mare fa il mare. E' assolutamente incosciente della nostra presenza. Non è buono, non è malvagio se non nella misura in cui riflette le nostre inquietudini.
Se andiamo a fondo o galleggiamo, dipende da noi.
Il mare fa il mare. Ed io gli sarò eternamente grata della sua silenziosa indifferenza.

Jan 18, 2022, 12:01 AM
Pagine salmastre

Queste pagine sanno di mare.
Sarà la natura di vecchio lupo di mare di Conrad (che l'autore stesso si premura di ricordare spesso e volentieri) o sarà che ogni parola, pensiero di questo libriccino ruota intorno al mare.
E alle navi e agli uomini quando sono sul mare d quando aspettando di tornare sul mare e quando sono stanchi e vorrebbero tornare a terra.
Ed è davvero affascinante e spaventoso e assoluto e pieno di mistero.
Sono pagine marine esse stesse, in qualche modo.

Jan 25, 2024, 3:51 PM

Il Conrad antologizzato in questo libro è davvero stupendo. Epico.

Aug 1, 2013, 8:48 PM