Sto dalla parte di Torvald, il marito, lasciato di punto in bianco dalla moglie, con tre figli da accudire, perché lei sente che ha dei "doveri verso sé stessa", dopo avere messo al mondo tre figli di cui riesce bellamente a dimenticarsi, senza sensi di colpa, da un momento all'altro. Un ragionamento così, a prescindere dal sesso di chi lo fa, uomo o donna, è di un'irresponsabilità, un egoismo e una slealtà come poche. Sì, sì, lo so che la vicenda va inquadrata nel contesto della prima presa di consapevolezza delle donne occidentali che si chiedevano se il loro ruolo dovesse limitarsi a quello di mogli e madri, e bla bla bla....Ma la sostanza non cambia: Nora è una terrificante egoista, irresponsabile. I figli non sono degli "accidenti" capitati tra i piedi per caso: ci sono perché lì si è voluto, cercati, e se anche è comprensibile che si sia stufata di essere "la bambolina del marito" Nora non doveva piantare in asso tre creature fragili che avevano bisogno dell'affetto e delle cure che solo una madre può dare. Detto questo, l'opera in sé, scissa, con difficoltà, dalla ripugnanza verso la protagonista, è ben scritta, coinvolgente, però il cambiamento della protagonista da bambola a "donna consapevole" appare troppo repentino e senza adeguati prodromi nelle scene precedenti, per sembrare credibile, insomma pare più un colpo di testa che una decisione maturata dopo una lunga riflessione.

Feb 9, 2024, 2:27 PM
...Quando le "Bambole" se ne vanno...

Se penso che questo dramma è stato scritto nell'800, impazzisco...Le parole di Nora, la protagonista sono pervase di contemporaneità, di femminismo, di voglia di vivere e di disinteresse per chiunque glielo voglia impedire.
Ma Nora non è sempre stata così. Ciò che è eccezionale è lo sviluppo del suo personaggio: da Bambola, a donna impaurita e delusa, fino all'emancipazione finale.
Quale illuminazione divina deve aver avuto Ibsen nello scrivere questo pezzo teatrale! Ancora oggi può essere definito d'avanguardia per come parla della donna e la rende "persona", "umano" con tutto il diritto di capirsi ed emanciparsi.
Un capolavoro!

Jan 17, 2008, 10:22 AM

Una casa di bambola è l'opera più famosa di Ibsen, in essa vi sono tutte le tematiche legate alla condizione della donna negli anni in chi visse l'autore e che con le sue opere voleva rivendicare come argomentazioni di capitale importanza per la società. (Son passati 150 anni circa, ma vi sono ancora molte situazioni analoghe nella nostra società, purtroppo...)
Siamo nella seconda metà dell'Ottocento in Norvegia, in Europa. La donna viene considerata, nient'altro che una moglie ed una madre di proprietà, dove il marito è il suo indiscusso padrone, in tutto e per tutto, dove non c'è via altra che pensare al focolare domestico e basta!
La storia prende piede in una casa di buone condizione economiche, una famiglia all'apparenza felice, all'apparenza gioiosamente perfetta, ma si sa la perfezione no è...
L'opera teatrale è divisa in tre atti: nei primi due vediamo scorrere tra le pagine i protagonisti e soprattutto le protagoniste nelle loro quotidiane abitudini, fino all'arrivo di una vecchia amica di...
L'ultima decina di pagine è un capolavoro, la ciliegina sulla torta di un'opera che mi ha davvero sbalordito per quella capacità di esporre una problematica, un'ingiustizia e conseguentemente un affronto alle libertà personali che tutti dovrebbero avere, in questo caso le donne tanto distrattate e considerate nulla da una società vergognosamente maschilista.

Feb 22, 2023, 7:31 PM