A come albero.
A come Amsterdam.
A come Anna: Anna Frank, naturalmente.
E' l'ippocastano del giardino della casa al numero 263 di Prinsengracht l'io narrante di questo albo illustrato FRESCO DI STAMPA per i tipi di Orecchio acerbo.
E' a lui, ormai morente, che spetta rievocare la storia dell'adolescente ebrea nascosta nella soffitta del numero 263 di Prinsengracht: come molti degli ultimi testimoni di questa tragedia hanno trovato solo in vecchiaia la forza di rievocare e raccontare, così l'ippocastano SENTE di DOVER PRODURRE MEMORIA.
Lo fa con grande delicatezza, ma senza tacere nulla.
Il libro è corredato da illustrazioni molto significative, indovinate nei tratti, nei soggetti, nei colori: segnalo, per puro piacere ma anche per esemplificare, la prima tavola con uno scorcio dall'alto della città di Amsterdam giocato sui toni del grigio punteggiato da tante macchie giallo-aranciate: sembrano i fuochi di una città in guerra, invece sono le chiome degli alberi.
Nell'ottobre 2006 ho avuto la fortuna e l'emozione di andare al 263 di Prinsengracht ed ho sentito i rintocchi della vicina Westerkerk, tanto cari ad Anna; se sono corsa a comprare questo libro appena ho avuto notizia della sua pubblicazione è perchè credo di avere una percezione della storia di Anna FRank simile a quella che Vittorio Sereni esprime nella sua poesia "Amsterdam", di cui riporto alcuni versi:
"Disse più tardi il mio compagno: quella
di Anna Frank non dev’essere, non è
privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre."
E' vero: la storia della Shoah ci ha tramandato l'epilogo tragico di tante persone di cui Anna resta davvero SIMBOLO INCANCELLABILE.
A come amore per la memoria.