Confessioni di una cortigiana

Romanzo ambientato nel1800 a Parigi, narra di un amore passionale tra Margherite Gautier ed il giovane Armando Duval.
Margherite Gautier è una "cortigiana," "prostituta"," traviata" : occhialino, un sacchetti di dolci e un mazzo di camelie, così si presenta a teatro , avvolta da uno scialle di cachemire in inverno, e vestiti leggeri in estate. "Alta, magra,occhi neri, labbra vezzosamente dischiuse su denti bianchi di latte, un naso fine, diritto, spirituale,dalle narici un poco dilatate per un'aspirazione ardente verso la vita sensuale".
Ama la vita agiata, il lusso i piaceri della vita, è "una mantenuta" offre sesso in cambio di soldi, il duca ,il conte sono i suoi clienti preferiti, ma lei non prova nessuna passione, solo un uomo le fa battere il cuore: Armando Duval.Un amore senza limiti, dove la passione vera, avvolge i corpi e non si limita solo ad un asettico rapporto sessuale, ma va oltre tocca il cuore e va al cervello e viceversa, non ha prezzo perché è incommensurabile, impagabile. È una passione che viene spezzata presto dai pregiudizi sociali: chi è prostituta difficilmente viene accettata nella società, è considerata la feccia umana, disprezzata come "paria " e non potrà mai avere una famiglia normale.
"La donna che non sia né madre, né figlia né sposa, non disprezziamola"
"Se quelle che si mettono al nostro vergognoso mestiere sapessero che roba è, farebbero piuttosto le cameriere"
4 stelle

Feb 13, 2024, 7:30 AM
"Non ci apparteniamo più. Non siamo più delle persone, ma delle cose."

E’ sempre con mio piacere che mi lascio meravigliare dagli autori ed autrici della letteratura classica del diciannovesimo secolo per l’attualità dei loro pensieri.
Ancora una volta, mentre leggevo La signora delle camelie, romanzo appartenente alla corrente del romanticismo francese, struggente ed avvolgente, continuavo a ripensarci.
Margherite verrebbe etichettata oggi come una prostituta d’alto bordo, molto bella, seducente ed amante lei stessa del lusso e degli stravizi disposta a vendersi per denaro, a partecipare ad orge, ma nascodendo molto bene dentro di sé una sensibilità insospettabile in una ex bimba picchiata dalla madre per dodici lunghi anni.
Alexandre Dumas ha però riflettuto sul ruolo di queste donne facendo fare a Marguerite delle riflessioni su se stessa accompagnate da forte autocritica e critica verso la società perbenista, nobile e borghese ma fortemente ipocrita che si serve di donne come lei che donano piacere a pagamento ma che pagano con il disprezzo la loro autovendita e condannandosi ad un futuro di solitudine.
Dumas non la giustifica completamente, ma neanche la condanna, Margherite, vittima del suo ruolo, forse sembrerebbe talvolta compatirla.
Romanzo non assolutamente povero di personaggi privi di empatia e di delicatezza che comprendono una situazione amara che si arricchisce di amore incondizionato prima del sopraggiungere della morte.

Aug 6, 2023, 6:38 PM

Anche se è vero che buona parte della fortuna di questo romanzo nell’arco degli ultimi 150 anni circa va ricondotta alla trasposizione lirica fatta da Verdi ne La Traviata, si tratta di un libro abbastanza ben fatto, che gioca sapientemente sull’emotività e sul coinvolgimento del lettore grazie alla narrazione in prima persona. A proposito di questo, bisogna intanto notare che – si dice, ma è quasi una certezza – Alexandre Dumas figlio fu davvero innamorato di una mantenuta, Marie Duplessis, che ha “ritratto” nel suo unico romanzo davvero famoso (gli altri non sono passati alla storia). Inoltre, il meccanismo della narrazione in prima persona si sposta più volte dall’autore ad Armando Duval e viceversa, con lo specifico intento, appunto, di parlare “direttamente al cuore del lettore”.
Il libro si apre a tragedia già consumata e svelata a chi legge, eppure il pathos delle ultime pagine resta piuttosto elevato anche grazie alle lettere che Margherita scrive dal suo letto di dolore. La scrittura è diretta, scorrevole, molto lineare e forte.
I personaggi, se li si analizza, sono ovviamente superati, obsoleti, fuori da una logica moderna e possono colpire il lettore del XXI secolo solo dal punto di vista emotivo. Però, come Madame Bovary ed altri, questo è a mio parere un libro che va letto con quello che mi piace definire “spirito archeologico”, non per il senso che potrebbe avere adesso ma per quello che rivestiva allora, in quella società, con quelle idee, quei comportamenti, quelle abitudini e consuetudini. Osservandolo così, si possono leggere con correttezza, a mio avviso, tutte quelle opinioni di Dumas disseminate per il testo e messe in bocca ad Armando, al narratore, a Margherita stessa. Opinioni che riguardano soprattutto il ruolo della donna nella società parigina, in particolare della Parigi “bene”, della nobiltà ricca e sfaccendata, tanto apparentemente libertina quanto invece profondamente bigotta e beghina, pronta a condannare una ragazza senza né arte né parte, che arraffa con le unghie e coi denti il suo posto nella high society (e nel mondo del gossip e dei VIP) con l’unica arma che ha, una bellezza effimera e fugace. Se vista sotto questo aspetto, e traslata con le opportune attenzioni alla società dei giorni nostri, la vita dispendiosa ed esosa, quasi folle, di Margherita Gautier tra palchi d’opera, carrozze, abiti di lusso, cene, vecchi nobili lascivi, regali pacchiani e feste dissolute non è poi così diversa da quella delle ormai famose escort (e non intendo le Ford), tanto attuali nelle cronache odierne. Cambiano solo gli scenari e gli utilizzatori finali.

Jul 24, 2009, 10:59 AM