Un libro agile, un saggio controcorrente. Il tema è quello del confine. Si sarebbe tentati di credere che, in tempo di sovranismo, i confini dovrebbero essere messi tra parentesi, le frontiere rimosse, o quanto meno sospese. Debray afferma il contrario. Perché senza le frontiere si rischierebbe di perdere quella diversità che sospendendole si spererebbe di preservare. La frontiera è un baluardo contro la globalizzazione, contro il liberismo e la dittatura dei mercati. Non è un muro, la frontiera: è fatta per essere attraversata. E i "randagi dei confini" hanno sempre una marcia in più, proprio come le città di frontiera. Perché. osserva Debray, proprio lì dove si combacia, dove ci si interfaccia con l'altro, le persone sviluppano le loro risorse migliori. Un divertissement acuto e provocatorio: gradevolissimo.