I libri con Agatha Raisin non saranno certo capolavori, ma sono divertenti, leggeri, ben scritti e sono un ottimo diversivo tra una lettura forse più “importante” e l’altra. In questo episodio abbiamo un Agatha più arrendevole e forse per questo più simpatica. Con un colpo di scena finale che non mi sarei aspettata (forse un po’ troppo rapido).
Dal punto di vista giallistico, come tutti i romanzi della Beaton, anche questo (il quarto della serie) è ben poca cosa: un modesto giallino psicologico, praticamente senza indizi. E' il terzo libro della Beaton che leggo e noto che, procedendo con la serie, l'autrice ha però via via affinato la qualità dell'ambientazione: pur senza approfondire più di tanto le situazioni (che meriterebbero più sostanza e dettagli per dare una qualità decisamente superiore al risultato), l'autrice riesce comunque a creare un clima classicheggiante tutto sommato piacevole. Con un po' meno di leggerezza e un po' più di tocco da giallista, la serie potrebbe insomma compiere un notevole salto qualitativo, rispetto alle due stelle che mi sento di dare a questo libro. Anche se, forse, il successo delle storie di Agatha Raisin sta proprio tutto nella leggerezza: romanzi da leggere quando si ha voglia di qualcosa di poco impegnativo, in alternativa ad una serata davanti alla tv. E la loro vera forza è legata all'evolversi della vicenda personale della protagonista. Ha ragione, insomma, chi li avvicina un po' ai romanzi rosa Harmony. In sostanza: sono libri indicati a chi ha voglia di una parentesi disimpegnata, senza allontanarsi troppo dalle tematiche gialle, ma certo non a chi ha voglia di un buon giallo classico ad enigma o di un thriller mozzafiato.
