Palermo e Cina, dove l'outlet è senza sconti.

Dopo “Il sangue degli altri” (Sironi, 2007), Antonio Pagliaro ritorna tra le strade di Palermo e gioca splendidamente le sue carte. L’ambiente reso nei dettagli senza diventare il protagonista, una trama allucinata e realistica, e personaggi dotati di carattere, dalla più umile comparsa ai primi attori della storia: questo è "I cani di via Lincoln"
Il romanzo offre una visione inusuale degli eventi. Il punto di vista narrativo, pur facendo perno sul tenente dei carabinieri occupato delle indagini, si sposta su altri protagonisti essenziali alla vicenda offrendo un racconto corale, ma senza le discontinuità o la fatica dell’alternarsi dei punti di vista. Pagliaro adotta un nuovo stile per riprendere i personaggi de “Il sangue degli altri”, la cui lettura non è indispensabile per la comprensione de “I cani di via Lincoln”. Lo stile si fa più sintetico: di fronte a un lettore bombardato dalle informazioni, l’autore sceglie la strada di mostrare senza commentare (a parte le straordinarie uscite del tenente Cascioferro, che però sono un riuscito alleggerimento in un contesto assai cupo). Che fine fanno i cinesi morti? Ve lo sarete chiesti. Personalmente pensavo finissero nei ravioli al vapore, invece Pagliaro dà una risposta più convincente all’enigma. Alle solite collusioni mafiose, l’autore de “I cani di via Lincoln” affianca una trama a tinte forti, che colpisce per l’eleganza della forma contrapposta a una brutalità di cui non si nascondono gli effetti. Il testo nel finale richiama l’inizio in una ricerca, in due precise occasioni, di una circolarità che è utile per evocare nel lettore fatti già noti e non è solo puro artificio stilistico. Un romanzo sofferto (si veda l'apertura) e vissuto. La mafia infiltrata nel tessuto del vivere quotidiano perde ogni caratteristica alla Mario Puzo, diventando lo sfondo in cui il nuovo noir muove i suoi personaggi, sempre rivolti all'ambizione di intravedere nel domani un giorno migliore. Tutti, senza differenze tra buoni o cattivi.

Nov 14, 2010, 2:08 PM

Se io dovessi scrivere un noir non ci metterei la mafia, non ci metterei i cinesi, non ci metterei un paio di altre cose che qua ci sono ma che non vi dico per non rovinare l'effetto sorpresa. E non lo farei perchè la possibilità di restarsene schiacchiati dall'effetto "immaginario TV", la possibilità che si scriva di un mondo fittizio, di una costruzione artificiale che ci si è imposta in mente per via dei mille film, sceneggiati, ricostruzioni che hanno usato questi tasselli è altissima.

Invece questo libro slalomeggia con stile in mezzo ai crepacci dei clichè, evitandoli tutti, al punto che ti chiedi come faccia. Molto semplice a dirsi, evitando di dover impartire lezioni. Molto difficile a realizzarsi.

Il risultato è un noir a tratti cupo, a tratti divertente, sempre avvincente.

E poi, vivvaddio, finalmente uno scrittore italiano che sa scrivere dei dialoghi efficaci, credibili, asciutti. Si è conquistato un fan...

Apr 30, 2011, 8:17 AM

Un racconto noir del 2010 freddo, spietato, umanissimo, perfetto.
Senza le caricature camilleriane, senza improbabili ufficiali e poliziotti scapigliati, insofferenti, liberal, senza dialoghi da romanzo rosa.
Pagliaro è bravissimo e incredibilmente poco noto – a causa soprattutto delle vicende sofferte dal suo primo editore; I Cani di Via Lincoln è il miglior noir italiano a mia memoria.
Il pur bravo Di Piazza (quello che più gli somiglia e che ha letto Pagliaro, ne sono convinto), mischia ingredienti di facile presa sul pubblico (il giornalista povero ma bello e sciupafemmine, il direttore feroce ma buon maestro del mestiere, le donne calde e un po` amorali): Pagliaro no.
Tutti parlano come parla la gente comune, come parlano i poliziotti e . soprattutto, come ti aspetti che parlino.
C’è un pizzico di grand-guignol nella descrizione della sovrastruttura di copertura della mafia (il vecchio, la sede che si richiama a templi massonici eccetera), ma naturalmente un po` di colore ci sta bene.
Non si cade però mai nel pittoresco, ciò nel male maggiore di quasi tutta la narrativa italiana. Alcuni personaggi sono straordinari (il tenente Cascioferro e la PM soprattutto)
9/10, consigliatissimo.

Sep 26, 2020, 2:42 AM