Di sconcertante attualità – malgrado il fatto che la finzione in cui siamo immersi da secoli sia stata palese, da lungo tempo, a chi era provvisto di occhi per vedere e di orecchie per sentire – per gli immensi squarci di verità che l'Autore propone per bocca di Ishmael, gorilla illuminatissimo, più umano dell'umano (cui questo termine, nel suo significato più alto e nobile, sempre meno si attaglia), spiazzando totalmente il lettore più ignaro/ignavo e sprovveduto. E' tutto lì, nero su bianco, di una chiarezza cristallina. Se non l'avevate ancora compreso, i tempi sono finalmente maturi.
“È sempre andata così, e così andrà sempre. Nessuno ha voglia di salvare il mondo davvero, perché a nessuno gliene frega niente del mondo: erano solo un branco di ragazzoni che davano aria alla bocca. Trovati un impiego, metti da parte un po' di soldi, lavora fino a sessant'anni e alla fine vai a crepare in Florida.
Non volevo un guru, un maestro di kung-fu o un direttore spirituale. Non volevo imparare la magia o lo zen del tiro con l'arco o la meditazione, né raddrizzare il mio chakra né rivelare le mie incarnazioni precedenti. Quelle erano arti e discipline egoistiche: tutte volte a beneficare il discepolo, non il mondo. Io cercavo ben altro, qualcosa che non si trovava nelle Pagine Gialle né altrove.”
”La creatura dall'altra parte del vetro era un gorilla adulto. Adulto non dice nulla, ovviamente. Era enorme, terrificante, un macigno, un dolmen di Stonehenge. Era la sua massa ad allarmarmi, anche se lui non si dimostrava affatto minaccioso. Al contrario se ne stava mezzo seduto e mezzo sdraiato, tranquillissimo, e mordicchiava delicatamente un ramo sottile che teneva nella sinistra come una bacchetta magica. Non sapevo che dire. Quanto fossi sconvolto potete giudicarlo da questo: mi sembrava di dover dire qualcosa... di dover chiedere scusa, spiegare la mia presenza, giustificarmi con quella creatura per l'intrusione. Avevo la sensazione che fissarla in quel modo fosse offensivo, ma ero paralizzato, privo di forze. Non riuscivo a staccare gli occhi da quella faccia, più spaventosa di ogni altra nel regno animale perché così simile alla nostra, eppure a suo modo più nobile di ogni ideale ellenico di perfezione.
CON LA SCOMPARSA DELL'UOMO, IL GORILLA AVRÀ QUALCHE SPERANZA?”
”La mente della tigre che percorre nervosamente la gabbia avanti e indietro è senza dubbio assorta in qualcosa che un uomo definirebbe pensiero. E questo pensiero è una domanda: perché? Perché, perché, perché, perché, perché, perché?, chiede la tigre a se stessa ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, mentre continua il suo interminabile andirivieni dietro le sbarre. Non può analizzare la domanda né elaborarla. Se potessimo chiederle: perché cosa?, non sarebbe in grado di rispondere. Tuttavia questa domanda brucia nella sua mente come una fiamma perenne, causandole un dolore che non si attenua fino a quando l'animale non cade in quella letargia che i guardiani riconoscono come l'irreversibile rifiuto di vivere. E, com'è ovvio, questa domanda è qualcosa che nessuna tigre affronta nel suo normale habitat.”
”Ricordavo un diverso stile di vita che era, per chi lo seguiva, interessante e piacevole. Quest'altra vita, invece, era angosciosa, noiosa e spiacevole. Dunque, nel chiedermi perché io cercavo di scoprire perché la vita dovesse essere suddivisa in quel modo, metà interessante e piacevole e metà noiosa e spiacevole. Io non mi consideravo un prigioniero; non mi era mai venuto in mente che qualcuno mi avesse impedito di vivere una vita interessante e piacevole. Ma quando mi resi conto che non trovavo nessuna risposta, cominciai a considerare le differenze tra i due stili di vita. La principale era che in Africa appartenevo a una famiglia... un genere di famiglia che la vostra cultura non conosce più da migliaia di anni. Se i gorilla fossero in grado di elaborare un'immagine simile, direbbero che la loro famiglia è come una mano e loro sono le dita. I gorilla sono senz'altro consapevoli di essere una famiglia, un po' meno di essere degli individui. E anche se nello zoo c'erano altri gorilla, tuttavia non formavano una famiglia: cinque dita troncate non formano una mano.”
”Tra la gente della tua cultura, chi è che desidera distruggere il mondo? — Chi desidera distruggerlo? Per quel che ne so, nessuno. — Eppure lo state distruggendo tutti, dal primo all'ultimo. Tutti voi contribuite ogni giorno alla distruzione del mondo. — È vero. — E allora perché non vi fermate? Scrollai le spalle. — Francamente, non sapremmo come fare. — Siete prigionieri di una civiltà che in pratica vi obbliga a continuare a distruggere il mondo per sopravvivere. — Sembra di sì. — Dunque siete prigionieri... e avete fatto del mondo intero un prigioniero. Dunque è questo a essere in gioco, non è vero? La vostra prigionia e la prigionia del mondo. — Sì, è vero. Non ci avevo mai pensato. — E tu stesso sei prigioniero, in un certo senso, non è così? — In che senso?
Ma, comunque, che c'entra questo con la salvezza del mondo? — Il mondo non sopravviverà a lungo se l'umanità è prigioniera. C'è bisogno che te lo spieghi? — No. Almeno non a me. — Io credo che molti di voi sarebbero felici di liberare il mondo dalla schiavitù. — Lo credo anch'io. — E che cosa impedisce a tutta questa gente di farlo? — Non lo so. — Ecco che cosa glielo impedisce: non riescono a trovare le sbarre della gabbia.”
”Comunque avevo bisogno di parlare con qualcuno, ed ero solo. Lo sono sempre: è una mia scelta... o, almeno, è quello che mi dico. I semplici conoscenti mi lasciano insoddisfatto, e poche persone sono disposte ad accettare il peso di un'amicizia come la concepisco io. La gente dice che sono malinconico, un misantropo, e io rispondo che probabilmente hanno ragione. Ogni tipo di discussione, qualunque sia il motivo, mi è sempre sembrato uno spreco di tempo.”
“Ieri mi hai detto che avevi l'impressione di essere prigioniero. Questa impressione deriva dall'enorme pressione esercitata su di voi perché prendiate parte alla storia che la vostra cultura recita nel mondo... un posto qualunque. Questa pressione viene esercitata in modi diversissimi e a ogni livello, ma per lo più così: coloro che rifiutano di prendervi parte non vengono nutriti.
A parte poche migliaia di selvaggi sparsi qua e là, oggi ogni persona sulla Terra prende parte a questa storia. L'uomo è nato per recitarla, questa storia, e non accettarla significa escludersi dalla razza umana, significa andare verso l'oblio. Il tuo posto è qui, in questa storia, tra quelli che spingono la ruota, e la ricompensa è il nutrimento. Non esiste nient'altro. Uscire da questa storia significa cadere oltre i confini del mondo: l'unica via di uscita la morte.”
”Dovunque andrai, per il resto della tua vita, avrai la tentazione di dire alla gente attorno a te: «Come fate ad ascoltare queste parole e non riconoscerle per quel che sono?» E se lo dirai, la gente ti guarderà storto e si chiederà di che diavolo stai parlando. In altre parole, se intraprenderai questo viaggio d'istruzione con me, diventerai un alieno tra la gente che ti circonda... amici, familiari, colleghi e così via.”
”Viene raccontata una storia "che spiega". Viene fornita una spiegazione del perché le cose sono andate così, e questo impedisce alla gente di allarmarsi. La spiegazione copre tutto, dal deterioramento dello strato d'ozono all'inquinamento degli oceani, dalla distruzione delle foreste pluviali alla stessa estinzione dell'umanità... e si dimostra soddisfacente. O forse sarebbe più giusto dire che si dimostra tranquillizzante. Così tutti si adattano al giogo durante il giorno, si intontiscono con le droghe o la televisione durante la notte e cercano di non pensare troppo al mondo con cui i loro figli dovranno vedersela.”
”La gente si limita a scrollare le spalle, e dice: “Be', questo il prezzo da pagare per avere l'acqua corrente, il riscaldamento centrale, l'aria condizionata, l'automobile....” Gli lanciai uno sguardo inquisitore . E tu, invece cosa dici?
Dico che il prezzo che avete pagato non è quello di essere diventati umani. Non neanche il prezzo dei vantaggi che hai appena elencato. E' il prezzo richiesto per recitare una storia che colloca l'umanità nel ruolo di nemica del mondo.
Dunque, l'uomo era destinato a conquistare ec'è una quarta cosa che fanno i Prendi e nessuno fa in "natura", come la chiami tu. — Sì. In natura il leone uccide una gazzella e la mangia. Non ne uccide un'altra per il giorno dopo. Il cervo mangia l'erba che trova. Non ne taglia dell'altra per l'inverno. Invece i Prendi si comportano così governare il mondo, e così ha fatto... quasi. Non ci è riuscito fino in fondo, e questo potrebbe provocare la sua disfatta. Il guaio è che la conquista umana del mondo ha anche devastato il mondo. E la nostra supremazia non basta a fermare le devastazioni... né a riparare quelle già compiute. Abbiamo riversato nel mondo i nostri veleni come se fosse un pozzo senza fondo... e continuiamo a riversarli. Abbiamo divorato risorse non sostituibili come se non dovessero mai esaurirsi... e continuiamo a divorarle. È difficile immaginare che il mondo possa resistere ancora per un secolo a simili abusi, ma nessuno fa niente. I problemi dovranno risolverli i nostri figli, o i figli dei nostri figli.”
”C'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato negli esseri umani. Qualcosa che opera contro il paradiso. Qualcosa che rende la gente stupida e distruttiva, avida e imprevidente. — Certo. Nella vostra cultura lo sanno tutti: l'uomo è nato per trasformare il mondo in un paradiso, ma sfortunatamente è nato difettoso. E, di conseguenza, il suo paradiso è sempre stato devastato dalla stupidità, dall'ingordigia, dalla distruttività e dall'imprevidenza.”
”A questo punto abbiamo collocato al loro posto tutti i principali elementi della spiegazione del perché le cose sono andate così, secondo la vostra cultura. Il mondo è stato dato all'uomo perché lo trasformasse in un paradiso, invece l'uomo l'ha sempre devastato perché in lui esiste un difetto di base. Potrebbe porvi rimedio se sapesse come deve vivere, ma non ci riesce... né ci riuscirà mai perché una simile conoscenza non è raggiungibile. Di conseguenza, per quanto l'uomo si impegni per trasformare il mondo in un paradiso, probabilmente riuscirà solo a devastarlo ancora di più. È una storia triste, la vostra, una storia di disperazione e futilità, nella quale il successo è irraggiungibile. L'uomo è difettoso, quindi continua a devastare ciò che dovrebbe essere un paradiso, e non può farci niente. Non sa come fare per smettere di devastare il paradiso, e non può porvi rimedio. State correndo a precipizio verso la catastrofe, e tutto quel che potete fare è guardarla mentre si avvicina.”
”È la legge della pace, la legge che impedisce alla comunità di trasformarsi in un caos ruggente, come la considerano i Prendi. È la legge che favorisce la vita in ogni aspetto... vita per l'erba, per le cavallette che mangiano l'erba, per le quaglie che mangiano le cavallette, per le volpi che mangiano le quaglie, per i corvi che mangiano le volpi morte. Il pesce con le pinne a spatola che per primo si spinse sulle spiagge continentali poté nascere perché, prima di lui, centinaia di milioni di generazioni avevano seguito questa legge. E alcuni di questi pesci divennero anfibi seguendo questa legge. E alcuni anfibi divennero rettili. E alcuni rettili divennero uccelli e mammiferi. E alcuni mammiferi divennero primati. E un ramo dei primati divenne australopiteco. E l'australopiteco divenne homo habilis. E l'homo habilis divenne homo erectus. E l'homo erectus divenne homo sapiens. E l'homo sapiens divenne homo sapiens sapiens sempre seguendo questa legge. Poi, circa diecimila anni fa, un ramo della famiglia homo sapiens sapiens disse: «L'uomo è esente dalla legge. Gli dèi non volevano che vi fosse soggetto.» E subito dopo costruì una civiltà che si burlava della legge in ogni suo aspetto: entro cinquecento generazioni, un batter d'occhio nella scala dei tempi biologica, quel ramo della famiglia homo sapiens sapiens vide che aveva condotto il mondo sulla soglia della catastrofe. E la spiegazione che diede per quella calamità fu... quale? L'uomo è vissuto su questo pianeta senza provocare danni per tre milioni di anni, mentre i Prendi sono riusciti a portare tutto al collasso in sole cinquecento generazioni. Come lo spiegano, loro? — Ho capito. Lo spiegano con il fatto che c'è nell'uomo qualcosa di fondamentalmente sbagliato. — Non è tanto il comportamento dei Prendi a essere sbagliato, quanto qualcosa di insito nella natura umana.”
67“Diecimila anni fa quest'unico popolo – i Prendi - ha detto: «Basta. L'uomo non è nato per essere soggetto a questa legge» e ha cominciato a vivere in un modo che si beffa della legge in ogni suo aspetto. Nella civiltà dei Prendi ogni proibizione della legge è diventata una linea di condotta fondamentale. E adesso, dopo cinquecento generazioni, quella civiltà sta per scontare la punizione che ogni altra specie avrebbe scontato per avere vissuto contro la legge.”
69”Ci sono quattro cose che i Prendi fanno e il resto della comunità no, e sono tutte fondamentali nella loro civiltà. Primo: sterminano i loro avversari, il che non succede mai in natura. In natura, gli animali difendono il proprio territorio e le proprie prede e invadono il territorio degli avversari per appropriarsi delle loro prede. Alcune specie hanno come avversari addirittura le proprie prede, ma in nessun caso danno loro la caccia soltanto per ucciderli, come fanno i contadini e gli allevatori con i coyote, le volpi e i corvi. La preda che uccidono, la mangiano.
Secondo: i Prendi distruggono sistematicamente il cibo dei loro avversari per dare spazio al proprio. Niente del genere accade nella comunità naturale. Lì la regola è: prendi ciò che ti serve e lascia stare il resto.
Terzo: i Prendi impediscono ai loro avversari l'accesso al cibo. In natura la regola è: puoi impedire ai tuoi avversari l'accesso a quello che stai mangiando, ma non al cibo in generale. In altre parole si può dire: «Questa gazzella è mia» ma non: «Tutte le gazzelle sono mie». Il leone difende la propria preda, ma non considera il branco una sua proprietà.
C'è una quarta cosa che fanno i Prendi e nessuno fa in "natura". In natura il leone uccide una gazzella e la mangia. Non ne uccide un'altra per il giorno dopo. Il cervo mangia l'erba che trova. Non ne taglia dell'altra per l'inverno. Invece i Prendi si comportano così.”
”Quello che facciamo non mi sembra più un errore: non stiamo distruggendo il mondo per la nostra goffaggine, ma perché gli abbiamo deliberatamente dichiarato guerra.”
”Nel momento in cui ci si dichiara esentati dalla legge della competizione limitata, ogni cosa al mondo diventa un nemico da sterminare... eccetto il proprio cibo e il cibo del proprio cibo.”
”Intensificare la produzione per nutrire una popolazione più vasta conduce a un'ulteriore crescita della popolazione». Lo ha detto Peter Farb nel libro Umanità.”
”Madre Cultura può accettare il fatto che la casa dell'umanità non sia al centro dell'universo. Può accettare che l'uomo sia stato creato dal fango. Ma non accetterà mai che l'uomo non sia esente dalla legge che impone la pace alla comunità della vita. Se lo facesse sarebbe la sua fine. Che dobbiate dimenticare Madre Cultura è ovvio, se volete sopravvivere, ma la tua cultura potrebbe farcela. Dopo tutto lei esiste soltanto nelle vostre menti: non appena smetterete di ascoltarla non ci sarà più. - Ma non credo che la gente lo permetterà.
Ishmael scrollò le spalle. Allora ci penserà la legge: se rifiutano di vivere secondo le sue direttive, non vivranno. Si potrebbe definire uno dei suoi effetti fondamentali: chi minaccia la stabilità della comunità sfidando la legge, automaticamente si elimina. — I Prendi non l'accetteranno mai.
Che l'accettino o no non significa nulla. Sarebbe come se un uomo saltasse oltre un precipizio perché non accetta la legge di gravità. I Prendi sono sul punto di eliminare se stessi, e quando l'avranno fatto l'equilibrio si ristabilirà e il danno da voi arrecato comincerà a essere riparato. Secondo me, moltissime persone hanno capito che il gioco è finito e sono pronte ad ascoltare qualcosa di nuovo... anzi, vogliono ascoltare qualcosa di nuovo, proprio come te.”
”Sono stati i Prendi a introdurre il disordine nel mondo. Era sufficiente, e lo è ancora, la regola dettata da quella legge. All'umanità non è richiesto di rimettere ordine nel mondo. I popoli della tua cultura si aggrappano con fanatismo e tenacia alla "diversità" dell'uomo. Vogliono a tutti i costi vedere un abisso fra l'umanità e il resto della creazione. E questo mito della superiorità umana li giustifica nel fare del mondo ciò che desiderano, proprio come il mito di Hitler sulla superiorità ariana lo giustificava nel fare dell'Europa ciò che desiderava. Ma, a conti fatti, un simile mito non è del tutto soddisfacente, perché i Prendi sono profondamente soli: per loro il mondo è un territorio nemico e dovunque si stabiliscano vivono come un esercito di occupazione, estraniati e isolati nella loro straordinaria diversità. Assassini, malati di mente, suicidi e drogati sono rarissimi tra i Lascia. Come lo spiega Madre Cultura? — Forse perché... Madre Cultura dice che i Lascia sono troppo primitivi per avere di questi problemi. — In altre parole, assassini, malati di mente, suicidi e drogati sono una caratteristica delle culture progredite. — Esatto. Nessuno lo afferma a chiare lettere, ma lo pensano tutti: questi problemi sono il prezzo del progresso.”
”A grandi linee, l'idea è che vivendo a contatto con la natura un popolo tende a essere buono. Sarà la vista di tutti quei tramonti e di tutti quei temporali. Non lo so... Come si fa ad ammirare un tramonto e subito dopo andare a incendiare il teepee del proprio vicino? Vivere a contatto con la natura è un toccasana per la serenità mentale.”
“La storia che i Lascia hanno recitato negli ultimi tre milioni di anni non è una storia di dominio e conquista. Recitarla non li ha portati al potere, ma ha dato loro vite soddisfacenti e colme di significato. Ecco che cosa scoprirai, se andrai tra loro: non vivono in preda a un perenne malcontento o a un desiderio di ribellione, non si azzuffano di continuo su che cosa dev'essere proibito o permesso, non si accusano a vicenda di non comportarsi nel modo giusto, non vivono nel terrore del prossimo, non impazziscono perché le loro vite sono vuote e senza scopo, non devono intontirsi con la droga per avere la forza di arrivare al giorno dopo, non inventano una nuova religione ogni settimana per avere qualcosa a cui aggrapparsi, non sono eternamente alla ricerca di qualcosa da realizzare o in cui credere, che renda la vita degna di essere vissuta. E, lo ripeto, questo non succede perché vivono a contatto con la natura, o perché non hanno un governo organizzato oppure perché possiedono una bontà innata. Succede soltanto perché recitano una storia che è adatta alla gente, che ha funzionato per tre milioni di anni e che funziona ancora oggi, dove i Prendi non sono riusciti ad annientarla.”
”L'uomo non può possedere la saggezza con cui gli dèi governano il mondo, e se tenta di appropriarsene il risultato non è la luce, ma la morte. Adamo non è stato il progenitore della nostra razza, ma della nostra cultura.”
”Adesso sai che ciò che ha valore nella tua cultura è la conoscenza di quello che funziona per la produzione. Invece, ciò che ha valore nelle culture Lascia è la conoscenza di quello che funziona per la gente. E ogni volta che i Prendi annientano una cultura Lascia, dal mondo scompare una saggezza messa alla prova fin dalla nascita dell'umanità, e scompare oltre ogni possibilità di recupero... allo stesso modo, ogni volta che i Prendi annientano una specie vivente, dal mondo scompare una forma di vita messa alla prova fin dalla nascita della vita stessa, e scompare oltre ogni possibilità di recupero.”
”Se avete più cibo di quanto ve ne serve, allora gli dèi non hanno più potere su di voi!”
”I Prendi non sottrassero alle mani degli dèi soltanto le proprie vite, ma ogni vita. Sotto il governo dei Prendi, tutto ciò che è vivo non vive nelle mani degli dèi ma in quelle dell'uomo. Quando i Prendi vogliono che una creatura viva, quella vive, e quando vogliono che una creatura muoia, quella muore. Hanno rubato agli dèi il dominio sulla vita.”
”La più futile ammonizione che Gesù abbia mai lanciato è: "Non datevi pensiero del domani. Non affannatevi di quello che mangerete. Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, né raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre; non credete che sarà lo stesso per voi?"
”Secondo la storia dei Prendi, la creazione si è conclusa con l'avvento dell'uomo. Come si deve vivere per far diventare vera una storia simile? Per fare in modo che la creazione si concluda con l'avvento dell'uomo? Si deve vivere come vivono i Prendi. Noi ci comportiamo senz'altro in un modo che metterà fine alla creazione. Se continuiamo così, non ci sarà nessun successore dell'uomo, o degli scimpanzé, o degli orangutan, o dei gorilla... non ci saranno successori per nessuna specie vivente. Tutto finirà con noi. Per dare realtà alla loro storia, i Prendi devono mettere fine alla creazione... e se la stanno cavando a meraviglia.
La principale premessa della storia dei Prendi è che il mondo appartiene all'uomo. La principale premessa della storia dei Lascia è che l'uomo appartiene al mondo.
Significa che, fin dall'inizio, ogni creatura vivente è appartenuta al mondo, ed ecco perché le cose sono andate così. Quelle creature unicellulari che nuotavano negli oceani primevi appartenevano al mondo, e soltanto per questo tutto ciò che seguì giunse a esistere. Quei pesci con pinne carnose che vivevano nelle zone costiere appartenevano al mondo, e soltanto per questo comparvero gli anfibi. E poiché gli anfibi appartenevano al mondo, alla fine comparvero i rettili. E poiché i rettili appartenevano al mondo, alla fine comparvero i mammiferi. E poiché i mammiferi appartenevano al mondo, alla fine comparvero i primati. E poiché i primati appartenevano al mondo, alla fine comparve l'australopithecus. E poiché l'australopithecus apparteneva al mondo, alla fine comparve l'uomo. E per tre milioni di anni l'uomo appartenne al mondo, e solo per questo crebbe, si sviluppò e divenne sempre più abile e intelligente, finché un giorno si dimostrò così abile e intelligente che abbiamo dovuto chiamarlo homo sapiens sapiens: era arrivato a essere noi.”
”Rifletti. Fra un miliardo di anni, tutto ciò che allora vivrà... o, meglio, tutti coloro che in quel tempo vivranno... diranno: «L'uomo? Ah, sì, l'uomo! Che creatura meravigliosa! Era sul punto di distruggere il mondo e cancellare il nostro futuro... e invece ha visto la luce prima che fosse troppo tardi e si è fatto da parte, concedendo a tutti la propria occasione. Ha mostrato a tutti noi come ci si deve comportare perché il mondo resti un giardino in eterno. L'uomo è un esempio per noi tutti!
C'è un aspetto che rende la storia un po' più complessa. Il mondo era un posto molto, molto bello. Non era affatto disordinato. Non aveva bisogno di essere conquistato e governato dall'uomo. In altre parole, il mondo non aveva bisogno di appartenere all'uomo... mentre invece l'uomo ha un assoluto bisogno di appartenere al mondo. Qualcuno doveva essere il primo, doveva accorgersi che c'erano due alberi nel giardino, uno adatto agli dèi e uno adatto alle creature. Qualcuno doveva trovare la via, e quando fosse successo... allora non ci sarebbero stati limiti a ciò che poteva succedere. In altre parole, l'uomo ha un suo ruolo nel mondo, ma non quello di governare. Questo è nelle mani degli dèi. Il ruolo dell'uomo è quello di essere il primo. Quello di essere il primo senza essere l'ultimo. Il ruolo dell'uomo è di capire come riuscirci, e quindi di lasciare spazio a chi è in grado di diventare ciò che lui stesso è diventato. E, forse, quando verrà il momento, il ruolo dell'uomo sarà di essere il maestro di chi sarà in grado di diventare ciò che lui è diventato. Non l'unico maestro, non l'ultimo maestro.”
”Le creature che si comportano come se appartenessero al mondo seguono una legge di pace, e poiché seguono questa legge danno alle creature che le circondano l'occasione di sviluppare appieno le loro potenzialità. È così che è comparso l'uomo. L'australopithecus era circondato da creature che non ritenevano di possedere il mondo, e che quindi lo lasciarono vivere e svilupparsi. Che c'entra l'essere civilizzati? Essere civilizzati significa forse dovere distruggere il mondo?”
”CON LA SCOMPARSA DELL'UOMO, IL GORILLA AVRÀ QUALCHE SPERANZA? CON LA SCOMPARSA DEL GORILLA, L'UOMO AVRÀ QUALCHE SPERANZA?”
Un uomo che vuole salvare il mondo risponde all’inserzione di un misterioso maestro e scopre che costui è un enorme gorilla che lo guiderà, giorno dopo giorno, in un lungo ragionamento sui misteri, le menzogne e le presunte verità della creazione dell’essere umano.
"Con la scomparsa dell'uomo, il gorilla avrà qualche speranza?"
"Con la scomparsa del gorilla, l'uomo avrà qualche speranza?"