Temo di non avere molto da dire sul Canada, non avendo visto molto; tutto ciò che guadagnai dal mio viaggio in Canada, fu un raffreddore.

Così esordisce Thoreau in questo libricino sul suo breve viaggio in Canada, unica sua escursione fuori dagli Stati Uniti. Da questo incipit, che fa pensare subito ad un viaggio infruttuoso, si capisce invece della sottile e caustica ironia che permea tutto il resoconto di viaggio.
Ne abbiamo un altro esempio, più lampante, in questo passaggio:
C'era una gran folla riunita sul pontile dei traghetti e sul molo per ricevere gli yankee, e per festeggiare il loro arrivo c'erano bandierine di tutti i colori che sventolavano dalle navi. Quando venne sparato il colpo di benvenuto, l'aristocrazia esultò più volte, dopodichè i vetturini dei calessi canadesi, che erano interessati alla situazione e che erano separati dai primi da una staccionata, come avevo avuto modo di notare, urlarono il loro benvenuto; prima la lana fine, poi il tessuto grezzo.

Conobbi Thoreau diversi anni fa grazie alla pubblicazione della collana da edicola del Corriere della sera, su I classici del pensiero libero; tra le decine di uscite vi era il libro "La disobbedienza civile" di Thoreau. Incuriosito, in generale da tutti i titoli presenti in questa collana, ma nello specifico del libro di Thoreau lo inizio e da subito ne rimango folgorato, per scrittura, tematiche e soprattutto per una vena anticonformista evidente ed estremamente coinvolgente. Poi approdai a "Walden" e fu la conferma del fatto che quest'autore avrebbe avuto un posto speciale nelle mie librerie e così pian piano sto cercando di recuperare tutti i suoi scritti.
L'altro giorno è stato il momento perfetto per approdare a "Uno yankee in Canada", libricino di poco più di 150 pagine in formato estremamente piccolo. Avevo bisogno di perdermi nella natura descritta da Thoreau, perchè venivo da una lettura profondamente deludente.
Mi capita spesso che dopo esser incappato in una lettura non nelle mie corde, poi io mi perda in quel limbo fatto di cercare di capire il perchè quel determinato libro mi abbia così deluso, quale potrebbero esser stati i motivi. So già che non ce ne sono, semplicemente non si è affini a quel libro, punto. Il mondo è vario, così come la sterminata pubblicazione letteraria mondiale. Ma la mente divaga e... E quindi mi metto davanti alle mie librerie o navigo tra le decine di sfide libresche a cui cerco di partecipare con dedizione, anche se poi la scelta di un libro è sempre emozionale, cioè devi sentire qualcosa dentro che ti avvicini a quel preciso libro. Così è stato per "Uno yankee in Canada".
L'edizione è molto ben curata, vi sono parecchie note esplicative, soprattutto dei molteplici esploratori che si susseguono nella narrazione. Anche la narrazione è coivolgente, s'intrecciano puri passaggi di descrizioni della natura circostante a passaggi storici sulla formazione culturale e linguistica del posto, fino ad arrivare alle considerazioni dirette dell'autore su ciò che il luogo gli ha espresso. Però devo dire che mi son perso diverse volte, non riuscendo ad inquadrare bene dove mi trovassi e dove stessi andando, ogni tanto ricercavo quel luogo in rete, ma non è una cosa agevole e soprattuto spezzetta troppo la lettura. Sarebbe stato perfetto se il volume fosse corredato da mappe ed illustrazioni dell'espoca dei luoghi visitati da Thoreau.

Non è ai livelli di "Walden" in quanto a riflessioni filosofiche/sociali/politiche ed a descrizione del luogo, ma l'incipit parla chiaro e non è intenso quanto sia "Walden" che "La disobbedienza civile", ma la lettura mi ha rimesso in sesto dopo la delusione precedente.

Alla prossima yankee...

https://www.youtube.com/watch?v=rXcBQgfms3c

Feb 15, 2025, 8:07 PM