Il diario di un personaggio realmente esistito, originario del paesino di Taviano, attorno alla seconda metà del secolo XIX. A parte le notazioni storiche, antropologiche e linguistiche, si tratta di un'occasione letteraria persa perché i diari, per risultare leggibili, devono essere rimaneggiati completamente, dando loro una profondità strutturale pari di un romanzo di finzione vero e proprio, oppure vanno pubblicati così come vengono ritrovati e offrirsi come saggi. Le vie di mezzo, le riscritture parziali dove i personaggi vengono introdotti ma non esplorati e dove non si crea alcun legame col lettore, un'interazione interna al romanzo ed esterna, con chi lo affronta, rischiano di scorrere via senza lasciare traccia. Ne è riprova il fatto che, dopo centocinquanta pagine lette nell'incredibile arco di due settimane, non riesco a ricordarmi il nome del personaggio principale.
Un vero peccato.