Uno dei pochi libri di racconti in cui si riconosce davvero un'unità d'insieme, un messaggio comune: già questo gli garantisce una sufficienza molto abbondante. (Una sorta di concept album, diciamo.) Poi mettiamoci lo stile, che seguendo l'autore da un bel po' ormai conosco bene e che ogni volta m'innamora, con la sua semplicità armoniosa e l'ironia che altro non sono che giuste, non troppo né troppo poco, uno stile non greve né troppo leggero. E mettiamoci il tema "provincia", che sembra fuori moda e invece non lo è mai: l'unità di misura ormai è la città, ma in fondo resta un'eccezione. Tutti abbiamo un nostro alone di provincia, attorno - poi se vada combattuto oppure coltivato vai a capirlo.
Fatto sta che è un libro giovanile ma maturo, consigliabile.

May 21, 2017, 9:28 PM
La provincia non è un'area geografica, ma uno stato dell'anima

Una scrittura più matura, mi hanno avvertito gli editori.
Una scrittura ancora vivacemente giovane, constato io.
I suoi cchi, le sue parole, mi portano in volo sulla bassa provincia. Sento il fresco verde, il vento che s'intreccia alle foglie, il sapore dei chioschi fumosi, delle spume. Gli intrecci di sangue, omertà, affetti, spalle, mani, terra, vite, che man mano si srotolano lungo le età.

May 20, 2015, 1:41 PM

«Non si muore in provincia, si muore di provincia.»

Nella terra di mezzo tra l’Arno e la Sieve, tra la statale Aretina e la ferrovia, tra le colline e le fabbriche abbandonate troviamo i ripescati dalla piena.

Il rampante dottor Baldanti e la sua brillante carriera politica, la bella Vanessa, la Klaudiona, il Profe e il suo business non del tutto legale, il Casini e il suo smodato amore per Batistuta. Sono alcuni dei personaggi che popolano i racconti, più o meno brevi, e i versi di Pasquini. Tutti diversi e tutti accumunati dal loro essere provinciali nel profondo perché in fin dei conti «Provincia forse non è un’area geografica ma uno stato dell’anima».

Tra i giardinetti e i bar di paese, tra i borghi e campetti di calcio, tra i circoli della parrocchia e i festival punk, tra i pub e la stazione, tra baci e biblioteche, tra le manifestazioni di partito e i master in Communication & Marketing, scorrendo le pagine e le avventure dei ripescati non si può fare a meno di sorridere e di innamorarsi di loro. Sono storie reali di personaggi fantastici, storie di tutti i giorni in cui ognuno di noi può rispecchiarsi. Sono brevi stralci di vita comune, raccontati dall’autore con ironia e leggerezza, in grado di farci riflettere, provare nostalgia o addirittura amarezza.

Continua a leggere la recensione qui: http://www.rivistaunaspecie.com/2015/03/06/recensione-ripescati-dalla-piena-daniele-pasquini/

Mar 6, 2015, 5:01 PM