Kate Chopin scrive questo libro nel 1897. Poco dopo la pubblicazione, considerato immorale e scandaloso, verrà ritirato e non più stampato, tornerà ad essere riscoperto, ripubblicato ed ottenne un discreto successo solo negli anni '60 (è diventato in qualche modo anche un testo "femminista").
I primi anni del '900 non erano ancora maturi per accettare la rinascita spirituale (e fisica) di una donna!!
Una donna sposata e con due figli piccoli non può permettersi di pensare autonomamente con la propria testa, di poter coltivare interessi e amicizie al di fuori della cerchia familiare, di provare sentimenti ed emozioni per un uomo diverso dal marito e pensare di abbandonare il tetto coniugale o rifiutarsi di andare al matrimonio di una sorella..
nulla di tutto questo è lecito.. una donna sposata con due figli piccoli deve pensare solo ad accudire il marito, a crescere i figli e a gestire la casa, può frequentare solo le persone che frequentano il contesto familiare...
Edna però si oppone a tutte le convenzioni imposte dal suo tempo (la stessa autrice sarà criticata per questo libro) e, nel tempo, arriverà a scoprire e a tirar fuori la migliore espressione di sè e ad uscire dalla "gabbia dorata" nella quale si sente imprigionata.. pur essendo una donna forte e determinata dovrà tuttavia arrendersi e andare incontro al suo tragico destino..

Jan 31, 2022, 6:04 PM
..forse è meglio svegliarsi dopotutto, anche soffrire, piuttosto che restare ingabbiati dalle illusioni per tutta la vita.."

Il risveglio, l'opera ad oggi più nota ed apprezzata dell' autrice statunitense, Kate Chopin (1851-1904), segnò all' epoca della sua pubblicazione nel 1899, la fine della sua carriera di scrittrice, già avviata da oltre 10 anni.
Dopo che il romanzo vide le stampe, infatti, il pubblico e la critica non perdonarono all'autrice i temi trattati, alcune biblioteche ritirarono perfino il libro dal prestito (etichettato da alcuni critici come "veleno") e progressivamente la Chopin fu condannata per anni all'oblio, citata nel migliore dei casi come esponente del regionalismo statunitense, per essere riscoperta ed apprezzata come merita soltanto nella seconda metà del secolo scorso. 

Protagonista del libro è la ventottenne Edna Pontellier, sposata con due bimbi piccoli ad un commerciante di cotone della Louisiana, Leonce, e tema portante della storia è la sua presa di coscienza e la sua autodeterminazione come donna.

 La storia si svolge tra New Orleans e Grand Isle, località di villeggiatura dove Edna trascorre l'estate insieme alla sua famiglia e dove inizia il suo percorso verso la consapevolezza. Complice il contatto con la natura, la sensualità della popolazione creola ( Edna è originaria del Kentucky e proviene da una famiglia di fede presbiteriana) ed una serie di nuovi incontri e conoscenze ( fra le quali avrà il suo peso quella con il giovane Robert pur non costituendo, secondo me, il motore principale dell'agire di Edna), la protagonista inizia a rendersi conto di aver vissuto secondo convenzioni e condizionamenti sociali, senza avere mai avuto consapevolezza di sé, dei suoi desideri ed aspirazioni.
 Il mare, che fa da sfondo alla storia, assume una forte connotazione simbolica ("la voce del mare parla all'anima. Il contatto con il mare è sensuale, avvolge il corpo nel suo abbraccio morbido, intimo ") ed è proprio questo elemento che segnerà l'inizio e la fine della trasformazione della protagonista che in mare imparerà a nuotare da sola (simbolica rappresentazione del raggiungimento dell'autonomia economica che poi in effetti cercherà di raggiungere nella vita) e nel mare troverà la morte, che lungi dall'essere una forma di espiazione è invece l'ultimo anelito di libertà ("Pensò a Leonce e ai bambini. Erano parte della sua vita ma non avrebbero dovuto pensare di possederla anima e corpo").
Impossibile non essere tentati dal confronto con altre eroine della storia della letteratura che trovano la morte suicide dopo essersi ribellate alle convenzioni sociali ( da Emma Bovary, ad Anna Karenina fino ad Effi Briest, solo per citare le prime che mi tornano alla mente), eppure il personaggio di Edna appare profondamente diverso dalle sue compagne, porta in sé una profonda modernità ed anche nella morte non si pone come vittima che espia la sua colpa ma compie un gesto di ribellione e di accusa verso il contesto sociale.
Un testo molto interessante: da riscoprire.

Aug 17, 2023, 7:36 PM
Il risveglio dei sensi

Nel destarsi, un mattino, da sogni inquieti. Gregor Samsa si trovò trasformato nel suo letto, in un enorme insetto. 

Quello descritto da Kafka è probabilmente il risveglio più famoso della letteratura. Meno agghiacciante, ma forse di portata rivoluzionaria ancora maggiore è quello di Edna Pontellier, giovane ed attraente membro della comunità creola altolocata nella New Orleans di fine Ottocento. All'inizio del romanzo la troviamo in compagnia della propria famiglia, marito e 2 figli piccoli, e di alcuni conoscenti mentre trascorre le vacanze estive sulla costa della Louisiana. Queste vacanze - spiaggia, sole, mare - assomigliano alle nostre anche se, all’epoca, erano prerogativa di una ristretta élite. Sono famose le vacanze descritte da Proust insieme alle famiglie più in vista della società. Qui il clima è senz’altro più caldo e invita a piacevoli svaghi serali, come il bagno dopo il tramonto. 

Il risveglio del corpo
Trovo molto interessante il fatto che la presa di coscienza di Edna, che ha vissuto fino ad adesso un’esistenza depersonalizzata, assumendo senza troppe resistenze i ruoli di moglie e di madre che la società le ha assegnato, parta dai segnali inviati dal proprio corpo: un corpo sano, florido, nel pieno rigoglio dell'età.

La più efficace descrizione fisica di Edna è quella che ci propone lei stessa:

Allungò le lunghe gambe che erano alquanto indolenzite. Si fece scorrere le dita tra i capelli disciolti per qualche tempo. Si guardò le braccia, tonde e sode, che teneva stese in alto sul capo, strofinandole alternativamente, ora l’una ora l’altra, osservando con attenzione, quasi lo vedesse per la prima volta, il suo corpo: fine, delicato, sodo. Incrociò agevolmente le mani sulla testa e in quella posizione si addormentò. (Pag. 51)

La vita all’aria aperta, i costumi più disinvolti che in città, il sole sulla pelle e soprattutto il richiamo del mare (quell’estate Edna ha vinto la paura dell’acqua ed ha imparato a nuotare) producono nella donna un sottile ma insistente turbamento, qualcosa sta cambiando in lei e le fa vedere le cose in una nuova prospettiva. Da notare, nella frase sopra citata, quel “quasi lo vedesse per la prima volta” che ha un significato eloquente detto da una donna di 28 anni e madre di due figli.

Come milioni di altre creature nella sua stessa condizione, Edna aveva placidamente obbedito alle regole e alle convenzioni sociali, fino a quando - è il punto di avvio di questo romanzo spregiudicato e pionieristico - il suo stesso corpo comincia a mandare segnali inequivocabili che tutto questo non le basta; che per sentirsi donna occorre ascoltare una voce che finora ha solo sussurrato. Non saranno pochi gli ostacoli da affrontare per permettere ad una nuova Edna di emergere e di affermarsi al mondo.

Il risveglio del linguaggio 
Tale transizione, il “risveglio” del titolo, è messo in evidenza attraverso una lenta evoluzione linguistica. I primi capitoli del libro, che preparano la scena, sono scritti in uno stile eccessivamente ornato, frivolo e ‘petaloso’ - il che, lo devo ammettere, mi aveva parecchio maldisposto - ma già con i primi accenni alla presa di coscienza di Edna si passa a frasi più concrete, ad osservazioni più lucide e meno convenzionali. Anche il cambiamento del linguaggio è un passo indispensabile per l’avvento della consapevolezza femminile.

Con questo romanzo Kate Chopin (come mi insegnò la mia professoressa di letteratura nordamericana, si pronuncia Tchò-p’n, all’inglese, non Sciopén, alla francese) suscitò un feroce scalpore, una pubblica indignazione che la convinsero, lei che aveva tanto faticato ad imporsi come scrittrice di professione, a smettere di pubblicare. Oggetto di ricerca negli anni ‘60 in seno agli studi sulla letteratura femminile e protofemminista, il libro conobbe una meritata rivalutazione. Oggi purtroppo è di nuovo finito nel dimenticatoio e ho faticato non poco a procurarmi questa copia, pubblicata negli anni ‘70.

La vicenda di Edna si dipana e si conclude nell’arco di sole 150 pagine, scritte con determinazione e senza concedersi divagazioni romanzesche. Il tabù che la scrittrice ha voluto violare ottiene per il momento esiti non ancora soddisfacenti, seppure, secondo me, il finale del libro possa essere letto anche in senso simbolico oltre che nel suo significato letterale. Edna deve confrontarsi con un mondo particolarmente impermeabile al cambiamento e ad una sostanziale solitudine. Quello che altre donne, sia di carne che di carta, hanno portato avanti dopo di lei è un lungo cammino, che continua ancora oggi...

Dec 1, 2023, 7:59 AM