Oggi, nelle notti d’inverno si racconta ancora, tra il silenzio dei giovani e con le aggiunte e le modifiche degli anziani, la storia del Giudice della Corte Suprema e di suo figlio, il giovane Hermiston, sbiaditasi nella memoria degli uomini.
Cosa vi siete persi !
A Napoli, durante i festeggiamenti per il primo scudetto questa è la scritta che comparve sui muri del cimitero di Poggioreale. E "Cosa ci siamo persi" mi viene da pensare dopo aver letto Weir di Hermiston, l'ultimo romanzo di Tusitala , "il narratore di storie", come veniva chiamato lo scrittore dagli indigeni delle Isole Samoa dove visse gli ultimi anni della sua vita e morì lasciando incompiuto e a metà quello che, forse, era il capolavoro dello scrittore.
Cosa ci siamo persi, perchè se esiste un Paradiso dei Lettori, che mi immagino come una libreria con gli scaffali infiniti; dove sono sempre disponibili al momento tutti i libri mai scritti nella storia dell'uomo; dove tutti i romanzi sono completi; dove regna quel profumo indefinibile di carta e magia; dove ci sono nuvolette ergonomiche per poltrone.. è solo lì che è possibile leggere la fine del romanzo.
L'ultima pagina di Weir di Hermiston è un coito interrotto, il trillo della sveglia quando si sta sognando di segnare il gol decisivo nella finale della Coppa del Mondo, una tavola imbandita negata. Perchè abbandona il lettore all'improvviso, lasciando di colpo una presa fatta di straordinaria potenza evocativa.
Narra una tragica storia d’amore e di lotte familiari, sullo sfondo di una Scozia ruvida e romantica, aspra e tormentata come i suoi paesaggi. Racconta dello scontro tragico tra un grande padre, giudice inflessibile, "il giudice impiccatore", e un figlio oppresso e a lui eguale, esiliato dal padre nella tenuta di Hermiston. Amori, intrighi e tradimenti ruotano intorno alle Paludi del Diavolo, un luogo maledetto dove duecento anni prima si consumò un atroce delitto. La tomba del tessitore e la stele posta a perenne memoria, aprono il libro di Stevenson ed è lì che si chiuderà, nella brughiera battuta del vento, tra l’erica che ha il colore del sangue.
Tusitala apparecchia con cura lo scenario, cesella finemente i personaggi, tutti con una valenza conflittuale e il marchio del doppio: Un figlio contro il padre; Edimburgo contro Hermiston, la città contro la campagna, l'autorità e la tirannia della legge contro l'anarchia della Natura, la memoria contro l'oblio.
Un nome e due destini:due sono i Weir, due le Kirstie, quattro i Fratelli Neri.
P.S: Come ho scritto sopra, la lettura di Weir di Hermiston mi ha lasciato a "bocca asciutta", ora però ho "fame" di qualcos'altro di Stevenson. Consigli?
Ci sono scrittori che mi hanno consolato, scrittori che mi hanno fatto crescere, scrittori che sempre mi accompagnano nella vita ..... e poi c'è Stevenson, la gioia pura del racconto. In questo libro incompiuto, che molti giudicano il suo capolavoro, c'è il meglio: c'è il padre giudice inflessibile, c'è il figlio ingenuo e irruente, c'è il paesaggio scozzese, ci sono i clan, c'è l'amore e, soprattutto, c'è lei: la vecchia, ma ancor bella e fiera governante, che divide con il giovane padrone la solitudine della dimora isolata e che di lui si innamora di un amore violento, da donna non più giovane e troppo sola, un amore inespresso e inesprimibile....Non sappiamo la fine della storia, ma, in qualche modo, quello che ci è stato raccontato è già sufficiente.
Stevenson muore, mentre sta ancora scrivendo il libro, nelle isole Samoa, dove, nella grande casa sulla collina, aveva trovato sollievo dalla malattia e dove continuava a immaginare i suoi romanzi.
E mi commuove sapere che, mentre in Europa si discuteva ancora sul valore delle sue opere, alla notizia della sua morte, tutta la popolazione di Samoa arriva a rendergli omaggio, copre la sua salma di quelle preziose stuoie intrecciate che fanno parte del patrimonio familiare e, il giorno dopo, si fa faticosamente strada nella vegetazione, portando a spalla la bara, alternandosi nel trasporto, sostando e poi riprendendo il cammino e a tappe forzate, dopo lunghissime ore, raggiunge la cima della montagna, il Vaea, dove Stevenson voleva essere sepolto per contemplare per sempre il tramonto.
In un modo misterioso hanno capito, lo hanno riconosciuto e gli rendono omaggio: a lui, a Robert Louis Stevenson, a Tusitala, il narratore di storie.
Grande, immenso il rammarico per quel capolavoro incompiuto che è Weir di Hermiston (titolo non scelto dall'autore, se non erro). Come perdere un diamante in un burrone e vederlo brillare nel fondo delle tenebre.
questa la dedica a Fanny, la moglie:
Ho visto la pioggia cadere e l'arcobaleno splendere
su Lammermuir. Ho teso l'orecchio e, tra i dirupi della
mia città, ho riudito, nei rintocchi delle campane,
l'ossessionante brezza marina. E qui, da lungi,
nella stretta del tempo e del luogo, ho scritto.
A te il risultato: è tuo. Tu sola, schiva di lodi
e prodiga di consigli, hai affilato la spada, soffiato sui
tizzoni languenti, posto una meta sempre più ardua.
Quindi, se in tutto ciò esiste qualcosa di valido,
se son riuscito nei miei intenti, se nella pagina,
sia pure imperfetta, guizza ancora il fuoco, il merito è tuo.
http://youtu.be/tHnDxXdR-ag