Cronopie iridescenze

Giusto un assaggio per tutti i cronopios in attesa dell'edizione Sur. Verdi, fluttuanti come palloncini, e assai felici.

" Esseri liberi, anarchici, pazzi, capaci delle peggiori sciocchezze ma anche pieni di astuzia, di senso dell'umorismo, di una certa grazia " ( Julio Cortàzar )


LUCAS, I SUOI SCONCERTI.

"Più o meno ai tempi del gofio, Lucas andava molto ai concerti e dai con Chopin, Zoltàn Kodàly, Pucciverdi e non ti dico Brahms e Beethoven e perfino Ottorino Respighi nei periodi morti. Ora non ci va mai e si arrangia con i dischi e la radio o fischiettando ricordi, Menuhin e Friedrich Gulda e Marian Anderson, cose un po’ paleolitiche per questi tempi accelerati, ma la verità è che ai concerti gli andava sempre peggio finchè non ci fu un gentlemen’s agreement fra Lucas che smise di andarci e le maschere e parte del pubblico che smisero di buttarlo fuori a calci. A cosa era dovuto questo spasmodico dissidio? Se glielo chiedi, Lucas si ricorda di certe cose, per esempio quella sera al Colòn al momento del bis di un pianista si lanciò con le mani armate di Chacaturjan contro una tastiera completamente indifesa, occasione colta dal pubblico per concedersi una crisi isterica di magnitudo esattamente pari al frastuono raggiunto dall’artista nei parossismi finali, ed ecco Lucas cercare qualcosa per terra sotto le poltrone tastando da tutte le parti. “ Signore, ha perso qualcosa ? “, indagò la signora fra le cui caviglie proliferavano le dita di Lucas. “ La musica, signora “, disse Lucas , appena un secondo prima che il senatore Poliyatti gli mollasse il primo calcio nel culo. Ci fu anche la serata dei Lieder in cui una dama approfittava delicatamente dei pianissimo di Lotte Lehmann per emettere una tosse degna delle trombe di un tempio tibetano, ragion per cui a un certo punto si sentì la voce di Lucas che diceva: “ Se le mucche tossissero, tossirebbero come quella signora “, diagnosi che determinò l’intervento patriottico del dottor Chuco Belàustegui e il trascinamento di Lucas faccia a terra fino alla sua liberazione finale sul bordo del marciapiede di calle Libertad. E’ difficile appassionarsi ai concerti quando succedono cose del genere, si sta meglio at home. “

Ps: " Un certo Lucas ", " Un tal Lucas " nella versione originale spagnola del 1979, è compreso anche nella raccolta " I racconti " uscita per Einaudi nel 1994, curata da Ernesto Franco, momentaneamente fuori catalogo. Prevista a breve una ristampa. Alcuni brani del libro sono anche contenuti in " Carte inaspettate ", libro uscito sempre per Einaudi nel 2012 , nella traduzione di Jaime Riera Rehren. Operazione commerciale abbastanza discutibile , ma questo è. La Sur ripropone il libro nella versione originale e integrale, nella bella traduzione di Ilide Carmignani. Chi è interessato al libro quindi , non ha che da scegliere.

May 15, 2014, 1:15 PM

Ricordi di discussioni infinite, è meglio Borges, no, meglio Cortàzar. Nell'adolescenza si tende a preferire Borges, perché le sue storie si chiudono perfettamente su sé stesse, e ancora si vive nella speranza della compiutezza. Ma con gli anni la superiorità di Cortàzar emerge, evidente, perché, a differenza di Borges, non è mai prevedibile (a costo di essere, a volte, bislacco, come nel racconto Modi di essere prigioniero) e perché sa cogliere e cristallizzare momenti dell'esistenza umana (tema che Borges disdegna) per poi riconsegnarceli, ecco, illuminati da parole splendenti e necessarie.

Jul 31, 2014, 7:54 AM
Avenidas


Volete un libro leggero ma ammaliante, divertente e intelligente per le vostre brevi vacanze estive, o anche solo per una notte? “Un certo Lucas” di Julio Cortazar è il libro che fa per voi… ma solo se siete leggeri, ammalianti, divertenti e, conditio sine qua non, intelligenti.

Questa breve opera dell’autore sudamericano è a tratti veramente divertente e costantemente brillante, alla seconda lettura si riesce a porre l’accento su molti più dettagli che alla prima sono sfuggiti, come pesciolini d’oro che tenti di afferrare ma hop! non ci sono più.

Cortazar è il Re del breve, sulla corta distanza, la dimensione del racconto, è quello che va più forte. La sensazione, per il lettore, è come quella che si prova quando nei giochi da lunapark si sale su quel gioco che ti porta su su su e poi ti sgancia ed in un secondo sei a terra con il cuore letteralmente in gola.

Io quando leggo gli scrittori sudamericani mi ritrovo sempre in avenidas infinite, tra caldo e disordine, umanità e mate, in una golden hour di cinquantanni fa (almeno) dove tutto era più bello.

Sep 17, 2021, 8:29 PM