Entrambi gli A. sono molto vicini a Syriza e, naturalmente, anche a Tsipras, cui si devono l'introduzione e la conclusione.
Detto questo dovrebbe essere chiaro cosa ne pensano e dicono dell'Unione Europea con la sua Commissione, la Troika e l'allegra compagnia degli euroburocrati e dei loro fiancheggiatori nazionali.
In questo caso ci si riferisce alla situazione di tre nazioni: Grecia, Croazia e Slovenia. Tutti noi sappiamo bene come sia stata ridotta la Grecia ma forse non eravamo pienamente consapevoli che anche gli altri due paesi balcanici sono avviati sulla medesima strada.
Comunque nell'affrontare queste distinte situazioni nazionali quanto gli A. affermano è facilmente estendibile alla UE nel suo complesso, quando non è occasione per evidenziare e commentare gli approcci istituzionali. politici ed economici della UE il suo approccio classista, antipopolare ed antidemocratico.
Dal libro nel suo complesso e dalle parole di Tsipras nello specifico risulta chiara la posizione di Syriza che, al di là dei suoi successi recenti, è costretta in una posizione delicatissima e fragile: su di essa si appuntano le speranze di molti ma è troppo debole per agire in autonomia.
Ma non vi è dubbio che trent'anni di controriforma liberista (meglio si direbbe: capitalista) hanno ridotto la democrazia ed il welfare in Europa a ben poca cosa, quindi la partita che si dovrebbe giocare è, prima ancora che economica, politica.
E questo libro chiarisce bene i termini della questione.
Lettura non indispensabile ma utile.
Voto 3 per questo libro per una serie di ragioni. Se infatti gli interventi di Zizek meriterebbero 5 e anche quelli di Horvat sono pieni di spunti di riflessioni, il libro perde punti per il fatto che i pezzi riportati (probabilmente presi da qualche parte, anche se non sono riuscito a trovare scritto dove), capita siano un po' ripetitivi. Ad ogni modo la lettura è consigliata, soprattutto per quella parte di 5 che nel libro c'è.