Cento pagine di fumetto non possono rendere appieno la complessità di una storia umana e imprenditoriale come quella di Mattei...la sintesi non aiuta a capire, e questa graphic novel non può essere considerata un testo completo nè una sintesi mirabile...sembra quasi che il problema principale di Mattei fosse la reciproca avversione nei confronti di Eugenio Cefis!
Simone Cortesi (che debutta con questo fumetto) si rivela un disegnatore interessante.
Nonostante in questo caso non sia perfettamente riuscita, l'operazione dell'editore Becco Giallo (quello di promuovere fumetti che hanno a che fare con la nostra storia moderna) è lodevole e va comunque incoraggiata.
Altro aspetto: ho comprato questo testo come "ebook", ma il fumetto (oltre a essere un PDF da 32 MB) è assolutamente illeggibile su ebook reader con schermo da 6'' (cioè la stragrande maggioranza degli ebook reader venduti in Italia):gli editori facciano attenzione a questi aspetti!
In compenso, l'ebook non ha l'odiosissima protezione DRM ma solo l'assai meno invasivo Social DRM.
Di certo c'è che Enrico Mattei è morto nell'incidente aereo del 26 ottobre 1962. Di certo c'è che Mattei era un manager molto spregiudicato, nei suoi rapporti coi partiti politici (“li uso come i taxi”, diceva), con i giornalisti, con le sette sorelle (le sette più grandi compagnie petrolifere americane e inglesi, fu Mattei a coniare questa definizione), con i paesi produttori di petrolio. Di certo c'è che, per questa sua spregiudicatezza subì molte pressioni, sia all'interno dell'Eni, la sua azienda, che all'esterno.
Dagli americani, dalla Francia, dall'Inghilterra, dall'Oas (per l'accordo firmato col governo algerino, molto favorevole con questi ultimi). Ma anche dall'ala filo atlantica della politica italiana. Quella per cui l'Italia era e doveva rimanere un paese a sovranità limitata. Anche per quanto riguarda la politica energetica.
Queste sono le cose certe: tutto il resto non è nemmeno più materia per le indagini giudiziarie, dopo che anche la procura di Pavia ha gettato la spugna. Nonostante siano provati di depistaggi di persone dentro lo Stato (compreso i soliti servizi). Nella sentenza di archiviazione il giudice Calia scrive di una attività occulta “protrattasi nel tempo, prima per la preparazione ed esecuzione del delitto e poi per disinformare e depistare, [attività occulta che] non può essere ascritta esclusivamente a gruppi criminali economici, italiani o stranieri, a “sette (o singole) ” sorelle o servizi segreti di altri paesi, se non con l'appoggio e la fattiva collaborazione – cosciente, volontaria e continuata – di persone e strutture profondamente radicate nelle nostre istituzioni e nello stesso ente petrolifero dello Stato”.
Credo che il giudice, faccia riferimento, tra gli altri, alla commissione parlamentare voluta dall'allora ministro della Difesa Giulio Andreotti, e del vicepresidente dell'Eni, Eugenio Cefis.
E allora, se la magistratura alza le mani, come per la bomba alla banca dell'Agricoltura (Piazza Fontana), per la strage di Piazza della Loggia .. tocca agli storici, agli scrittori, ai giornalisti, ai registi, agli intellettuali portare avanti il lavoro di verità.
Quella verità che, in fondo, non è nemmeno troppo lontana.
Col suo lavoro, Mattei stava incrinando i rapporti politico economici nel mondo: prima di tutto col rapporto 75-25 in favore dei paesi in cui si estraeva il petrolio, che poteva portare una certa ricchezza anche ai paesi del terzo mondo. L'Eni si era messa in testa di fare concorrenza agli americani, di emancipare l'Italia almeno nel settore dell'approvvigionamento energetico, di infrangere la cortina di ferro e fare affari anche coi russi.
E anche al sud, in Sicilia (da cui partì per l'ultimo volo), poteva arrivare grazie al petrolio quel benessere, quei posti di lavoro, che avrebbero reso l'isola meno distante dal paese.
Uno così, è pericoloso per troppe persone, non solo per la mafia.
Chissà cosa sarebbe riuscito a combinare uno come Mattei, se fosse rimasto vivo …
Dopo Francesco Rosi, regista del film Enrico Mattei, e Pier Paolo Pasolini, autore di Petrolio (rimasto incompiuto), Francesco Niccolini e Simone Cortesi provano a raccontare questa storia, per l'editore Becco Giallo, con i fumetti.