Tra una verità e l'altra esiste una verità comoda

Nel mondo della narrativa e del cinema si è parlato spesso di verità: "Le due verità" di A. Christie, "La prima verità" della Vinci, tanto per citare qualche esempio letterario; tra i film, l'inquietante thriller di Zemeckis, "Le verità nascoste", o Il prezzo della verità", interpretato da Robert Redford, ma nessuno, prima di Domenico Carpagnano, ha affrontato il tema di una verità comoda, costruita per convenienza.
“La verità comoda” di Domenico Carpagnano è un thriller coinvolgente, dal ritmo serrato, fluido e ben congegnato. La parte dialogata, molto efficace e ben strutturata, rivela una grande capacità comunicativa dell’autore e, a mio avviso, i suoi trascorsi di avvocato.
La storia prende inizio con il ritrovamento, nella discarica di Pietramelina a Perugia, del corpo di una minorenne. La vittima è nuda, di conseguenza difficile da identificare. C’è solamente la testimonianza di una bambina rom che fortuitamente, mentre fruga tra i rifiuti alla ricerca di prodotti da riciclare, ne scopre il cadavere. Il caso è affidato al commissario Anselmi che con fare sornione, al tempo stesso metodico, entrerà in contatto con vari personaggi. Ognuno dei quali presumibile assassino perché depositario di un segreto. Poi c’è la figura emblematica del professore Bollino, di origine pugliese e umbro d’adozione, che serba in fondo al cuore un insanabile dolore.
Mentre la narrazione procede, come succede in tutte le vicende gialle, il lettore è portato a fare congetture sul presunto colpevole, senza sapere che la verità, celata sotto sovrastrutture di perbenismo e falsità, si rivelerà all’improvviso con un colpo di scena finale. E allora ci si renderà conto del significato del titolo e di quanto può essere ingannevole una verità costruita sul pregiudizio, sul luogo comune e su atteggiamenti di convenienza.
Ne consiglio caldamente la lettura.

Jul 3, 2018, 10:00 AM
La verità comoda di Domenico Carpagnano

Ho letto questo bel libro.
Appassionante e appassionato, a tratti divertente, ricco di umanità e di piacevole ironia.
Il personaggio centrale è un poliziotto per bene, umbro, diretto e scevro da sovrastrutture di pensiero, il Commissario Anselmi.
Indaga sull'omicidio di una sedicenne, indagine che disvelera' molti misteri, denudando la facciata ipocrita di una borghesia piena di vizi ma all'apparenza virtuosa. Al suo fianco, in una storia intima e dolorosa, ma al tempo stesso piena di ottimismo e di speranza, un professore pugliese, Pietro, trasferitosi in Umbria per una disperazione antica, mai appagata, che pensa in pugliese quando è nervoso, cosa che mi ha divertito moltissimo, permettendomi altresì di ripassare qualche vecchia parola d'infanzia.
Due storie che si incontrano, mescolando dubbi e misteri, fino ad un finale inaspettato, fantastico, di quei finali che ti commuovono e ti soddisfano, perché dopo il male arriva, finalmente, il bene, suggellando un racconto di degrado, di bassezze umane, ma anche di amore e di riscatto. Svelando finalmente il vero senso del titolo, che scuote, ma ci fa pensare che spesso, nel nostro intimo conosciamo verità che non vogliamo vedere. A volte, semplicemente, per troppo dolore.
Bellissimo. Da leggere, sicuramente!

Jul 3, 2018, 7:35 PM