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Alla fine ho preso questo librone. Alur, prima di dire cosa ne penso, va fatta una premessa: il volume è la riproposta (per la terza volta, addirittura) di un libro uscito nel 1997 per l'editore Solfanelli, poi ristampato nel 2007 da Bottero, per poi essere ri-riproposto oggi, o meglio nel 2017, appunto per la terza volta da Watson Editore (curiosa la riapparizione ogni dieci anni precisi...). La curatela è sempre stata di Gianfranco de Turris, e di edizione in edizione la raccolta si è arricchita di nuovi testi (in questa Watson sono cinque i racconti nuovi, così come cinque se ne erano aggiunti presso Bottero nel 2007). L'edizione odierna si arricchisce inoltre di un dossier finale sul famigerato (e fintissimo) viaggio in Italia di HPL, con un'intervista ai due autori e organizzatori del progetto (nonché registi dei due film) e una parziale parte del diario trovato su una bancarella e attribuito ad HPL. Per chiudere, presente un lungo e ottimamente puntiglioso saggio di Pietro Guarriello (uno dei migliori studiosi e conoscitori di HPL a livello mondiale) sul Lovecraft come personaggio di storie fittizie.

Il saggio di Guarriello non è inserito a caso, perché la natura della raccolta è proprio quella di raggruppare storie che parlano del Lovecraft vero, di farne cioè un personaggio, seppure inserito in trame non sempre realistiche. Il saggio quindi vuole essere una chiosa e una summa del trattamento in narrativa che ha subito/beneficiato HPL dai suoi tempi in poi, segno che nella storia letteraria una figura come la sua ha saputo affascinare e stimolare ben al di fuori della narrativa fantastica. Curiosa la nozione che HPL era diventato un personaggio per storie inventate già ai suoi tempi, e molto prima che ci pensasse quel lazzarone di Robert Bloch! Infatti, ci dice Guarriello, fu una cliente di Lovecraft (Edith Miniter) a scrivere un primo testo in cui lo cimentava in una trama fittizia: e la cosa sarebbe stata scritta addirittura nei primi anni '20, quando HPL era davvero un esimio sconosciuto...

E vengo alla raccolta. E non so da dove cominciare. Complessivamente mi ha detto poco, ma credo che il problema non sia stato delle storie in sé... I venti racconti (tutti scritti da italiani) sono più o meno leggibili, alcuni offrono idee anche stimolanti. I temi sono vari, dagli ultimi giorni di HPL passati in ospedale (tema a dire il vero troppo ricorrente nella raccolta), a bislacchi incontri (con Poe, con Howard), da avventure implausibili a viaggi ben oltre le possibilità, soprattutto morali, del Maestro...

Ma allora qual è il problema? Il problema è che non ho le vecchie edizioni e quindi non posso dire se i numerosi problemi del libro siano endemici di una copia riproposta paro paro senza la benché minima revisione, o se è Watson che abbia combinato un altro bel pasticcio editoriale! Il numero di errori, sviste, punteggiatura ignorantissima, grafie sbagliate e quant'altro è incalcolabile. Di Watson avevo preso già un libro, che era un disastro anche maggiore (l'intervento di una editor professionista non lo aveva salvato da una fiumana di orrori assortiti, da grammaticali a descrittivi a quelli di punteggiatura per finire a veri e propri strafalcioni logici e contraddizioni nelle trame); ma quel libro era nato in un periodo nero dell'editore, e una giustificazione sia pure estrema c'era. Anni dopo, anche se il numero di errori è drasticamente diminuito, scopro un editore che di professionista ha ben poco. Perché di errori vari continuano a esserci. In una pagina ne ho sottolineati addirittura cinque o sei (per onestà però devo dire che è un caso più unico che raro: la maggior parte delle pagine per fortuna è esente da un accrocchio così vergognoso di magagne). E a me queste cose rovinano la lettura, tanto più se penso che un libro siffatto mi è costato ben 15 euro...

Ma incolpare solo Watson non è giusto... qualche freccia devo scoccarla anche su de Turris... Ho detto che la raccolta si lascia leggere, più o meno, ma di racconti validi, sopratutto per come sono scritti, ce ne sono ben pochi. La maggior parte è composta da storie scritte coi piedi, e riviste altrettanto male. Stento a credere che de Turris, in una carriera ormai decennale di curatore, non abbia ancora saputo vedere una frase brutta e indicare una soluzione. D'accordo che non è un editor (ovviamente va incolpato Watson anche per questo, visto che è lui l'editore e dovrebbe essere lui ad attivare un lavoro di revisione prima della stampa), ma cribbio, non ci vuole una patente per notare un errore o una frase che mena il dubbio in chi legge ("tergeva il fazzoletto sulla fronte", per esempio, uno dei più insignificanti che possa fare al momento). In ogni caso, come curatore avrebbe dovuto scegliere solo il meglio, e io salverei solo 5 delle 20 (20!) storie proposte. Ora non sto dicendo che io ho miglior gusto e critica di quella di de Turris, ma mi sembra fu Dozois a dire che per fare una buona raccolta bisogna leggere centinaia di racconti e sceglierne solo dieci...


Per chiudere, passo ai racconti, con tanto di punteggio tra parentesi:

La porta degli incubi di Giandomenico Antonioli (1/5)
È una sorta di fantasy dove Lovecraft viene evocato nell'Immaginario Collettivo insieme a Poe nientepopodimenoché da Jung in persona. I due vengono quindi investiti della missione di risolvere un problema che, nel mondo reale, ha bloccato negli uomini la capacità di sognare e di... avere incubi (che a quanto pare sono importantissimi per la sanità mentale)! Il racconto potenzialmente sarebbe potuto essere uno spasso, ma la scrittura è davvero troppo dilettantesca e superficiale perché un lettore anche mediocre come me non storca il naso. Inoltre è ingolfato di passaggi davvero troppo ingenui (come quando Poe si chiede se non abbia sbagliato qualcosa nell'essere ateo, ora che sta andando verso Dio... eh, ma nell'Immaginario Collettivo, dove finisce ogni idea umana, una riflessione simile fa ridere i polli, tanto più se viene da un personaggio intelligente e sveglio come lui, che sia ubriaco o no).

La città delle stelle di Alessandro Bottero (sì, pare che sia l'editore della seconda ristampa) (2/5)
Lovecraft viene invitato a Hollywood da un cineasta che ha letto le sue storie e vorrebbe trasportarne una sullo schermo. Ma la collaborazione non avrà mai inizio per una certa cosa che accade a un ricevimento per snob... Il racconto è introdotto dal punto di vista di uno sgherro che lavora per il cineasta e che viene ingaggiato per fare da guardia del corpo a HPL. La prima persona dello sgherro è davvero ben trattata, con uno stile duro da hardboiled, davvero stimolante per la lettura. Peccato solo che a livello tecnico la trama sembra troncarsi all'improvviso: dopo una partenza e un mezzo sviluppo stuzzicanti, i fatti precipitano in un ritmo che sembra troppo affrettato verso una conclusione purchessia. Un vero peccato, perché le premesse erano interessanti e nel finale mi aspettavo una qualche scena apocalittica, se non completa almeno parziale, visto che... ma non voglio spoilerare più di tanto...

Non voltarti di Ugo Ciaccio (2/5)
È la prima storia con HPL ricoverato per quelli che sono le sue ultime ore di vita. Più che un racconto è una mezza riflessione filosofica sull'esistenza, non male, anche se la scrittura non mi ha stimolato più di tanto.

L'ultimo rigo di Franco Clun (1/5)
Anche questo di natura ospedaliera e finale. Anche questo "filosoficheggiante" con scrittura che cerca di stiracchiare una trama e renderla onirica allucinata diafana... non riuscendoci del tutto per ridondanze varie... esempio il soggetto che appare sempre e viene variato (lo scrittore, Howard, Lovecraft ecc.) per evitare ripetizioni... Insomma, non leggibilissimo. O meglio non appagante.

Strano incontro a Providence di Giuseppe Cozzolino e Angela Cinicolo (1/5)
In una sera di irrequietezza Lovecraft esce da casa per fare due passi. Vede un cinema e ci si ficca (perché è risaputo che lui amasse molto il cinema). Mentre guarda il film, viene distratto da una persona. Da lì a poco passerà una breve avventura nel bagno del cinema e conoscerà un certo personaggio che resta un mistero fino all'ultima riga del racconto. Racconto breve, troppo sconclusionato e grottesco per i miei gusti. Rientra nella lista tematica "HPL che incontra gente".

La locanda dei due mondi di Fabio D'Andrea (2½/5)
Anche questo un fantasy, e cerca di rifarsi al Kadath. HPL riceve un malloppo di fogli narrativi da un misterioso autore con la richiesta di rivederli e un sostanzioso assegno. Poco dopo la storia ingrana e si evolve in una tutto sommato gustosa avventura onirica di HPL, che incontrerà bella e brutta gente in questo e in un altro mondo. Ho trovato un po' fumosa la faccenda degli alterego ultradimensionali visto che sembra che... abbiano una sola mente vigile che li abita uno alla volta (in pratica se un personaggio è nel nostro mondo, il suo alterego nell'altra dimensione resta incosciente in uno stato simile al sonno). Per il resto la scrittura anche se scorrevole mi è parsa troppo "densa": il racconto è davvero lungo e ho il sospetto che asciugando la prosa avrebbe potuto dire tutto lo stesso e in modo migliore.

Nove ore di Marco de Franchi (3/5)
Altra storia ospedaliera. Le ultime nove ore del Maestro viste dal PDV di un'infermiera e da quello di un gatto, che entra nella stanza per una certa "missione". Lovecraft è alla stregua di un corpo in fin di vita, farà e dirà pochissimo in queste poche pagine. Uno dei racconti migliori del libro, gradevole nella scrittura, gradevole nella storia. C'è una scena che mi ha pure messo i brividi...

Il visitatore di Luigi De Pascalis (2½/5)
Ancora ospedale e ultime ore di vita di HPL. Pure qui c'è un punto di vista infermieristico, anche se serve solo a dare un po' di catarsi nel finale e rendere reale un trapasso che altrimenti potrebbe essere solo un'allucinazione postmortem. Lettura gradevole. A riprova di quanto sia disastrosa questa edizione del libro, in questo racconto sparisce il rientro della prima riga del paragrafo, cosa mai accaduta prima e dopo.

L'appuntamento mancato di Gianfranco de Turris (3/5)
Racconto autobiografico in cui il fantastico fa una capatina, ma a quanto si legge nell'introduzione sembra che abbia fatto una capatina anche nella realtà... De Turris però nell'introduzione resta parecchio nel vago, quindi non posso dire cosa abbia visto (o creduto di vedere). Comunque, durante un soggiorno a Parigi un giorno l'autore, mentre è su un treno della metro, incontra un uomo che ha tutta l'aria di essere HPL... Scrittura chiara e controllata, gradevole, per una storia forse un po' sconclusionata, ma con una chiusura lo stesso affascinante... e a modo struggente...

Il dio incatenato di Dalmazio Frau (1½/5)
È praticamente Dagon con una trama un pelo più complessa e con Lovecraft come protagonista (il quale viene ingaggiato dalla CIA per investigare su un misterioso isolotto affiorato dal mare). La storia gli vale quel mezzo punto in più, peccato per la scrittura, che, per quanto con narratore lo stesso Lovecraft, mi è parsa imprecisa, goffa, incapace di descrivere bene situazioni e paesaggi, o almeno di descriverli con la capacità stilistica del Maestro.

Il verso perduto di Max Gobbo (1/5)
Un giorno il piccolo Howard sgattaiola fuori da casa per andare nel parco e leggere in tutta tranquillità un libro che ha trafugato dalla libreria del nonno. Ma nulla di così pacifico accade, anzi. Incontra tre bulletti che cominciano a menarlo forte. Fortuna che arriva un uomo misterioso in sua difesa. Racconto scritto proprio male, secondo il mio mediocre parere. La storia non ha né capo né coda, o meglio li ha, ma alla fine ho detto "Embè?", e quindi...

Il modello di Lovecraft di Giulio Leoni (1½/5)
Gli avrei dato anche due punti, ma ho trovato parecchio fumoso il finale... Sembra che su una certa lastra fotografica sia finito il "vero" volto di HPL... o no? Boh. La scrittura comunque è gradevole.

Il paziente della stanza accanto di Giuseppe O. Longo (3/5)
Credo sia l'unica storia "realistica" del libro, quella in cui il fantastico non fa nessun capolino. Comunque è superfluo dire che anche questa è una storia ospedaliera e conclusiva... Longo tratta HPL dal punto di vista di un degente anziano che per sua fortuna (o sfortuna) fa la conoscenza del Maestro e ne resta affascinato. HPL sembra proprio lui, anche se forse è calcata un po' la mano dell'autocommiserazione. L'ultima frase è una somma della tragedia, di questa vita sprecata, vuota, priva di senso. Ma dopotutto Lovecraft non poteva sapere che da lì a qualche anno sarebbe diventato un grande della letteratura e un maestro per milioni di appassionati... Bel racconto, brutale e triste.

Mio nonno e "Il nonno" di Gabriele Marconi (3/5)
Altro racconto che sceglierei per una buona raccolta. È uno spasso, scritto bene (fatto salvo forse un finale un po' affrettato), solare e sbrigliato, descrizioni fugaci, ma sempre incisive e chiare. Non voglio dire da quale idea lovecraftiana prende spunto, perché al pari di quell'idea la storia si costruisce a colpi di scena e rivelazioni, e la rovinerei a potenziali altri lettori. Comunque, dico solo che l'ambientazione è italiana, la vicenda del narratore si fonde con la vita di HPL, e diverte abbastanza.

Il segreto di Gideon Marsh di Adriano Monti-Buzzetti (3/5)
Altro buon racconto che parte da un assunto storico fittizio: HPL riesce a scansare la madre invadente e nevrotica e arruolarsi nell'esercito. Ed è mentre è di stanza presso Lovells Island che passerà una breve e allucinata avventura. Il racconto è narrato proprio alla maniera di HPL e si rifà a un'idea lovecraftiana che, varda il caso, è la stessa del racconto di Gabriele Marconi... Comunque, è uno spasso, anche se i toni sono meno scanzonati che in Marconi, ma intrattiene ed è scritto bene. C'è solo una cosa che mi perplime: i discorsi diretti abbondano... e sono quasi sempre troppo artificiosi per essere credibili...

Robert Howard Lovecraft di Errico Passaro (3/5)
La cosa più curiosa e forse originale del libro. Non è un vero e proprio racconto, sono Lovecraft e Howard che si scambiano dei pensieri, o forse è uno solo che pensa per tutti e due, o forse entrambi sono la stessa persona, la stessa anima che si è sdoppiata per abitare in due corpi... È la storia di una misteriosa unione telepatica, anzi una simbiosi mentale, visto che al suicidio di Howard anche Lovecraft muore in parte (la dipartita vera e propria dopo pochi mesi sarebbe una diretta conseguenza). Non nego che la lettura mi ha regalato delle strane sensazioni e una buona dose di straniamento... segno che Passaro stilisticamente "funziona"...

L'enigma del teschio di Massimo Tassi e Paolo Tosini (1½/5)
Un'avventura di HPL, che riceve uno strano idolo e ne viene contagiato. Chiede aiuto a Howard e presto i due si incontrano per porre fine al mistero e salvare il mondo. Un racconto superficiale, frettoloso e non scritto benissimo. Ha di buono che le due personalità di HPL e REH sembrano abbastanza verosimili, ma è veramente troppo poco per i miei gusti.

Il testamento di HPL di Antonio Tentoni (2/5)
In mani più sapienti avrebbe beccato un punto in più, ma non è male anche così. Non dico nulla sulla storia perché il racconto dura cinque pagine e si basa quasi solo su un "evento" singolo.

Nel ghiaccio, sull'orlo di Michele Tetro (1½/5)
Dovrebbe essere un racconto di fantascienza, ma mi è parso troppo ingenuo e incredibile per i miei gusti. O forse non ho capito bene le intenzioni di Tetro? Può darsi... Comunque, la scrittura non m'ha convinto. Mi è parsa troppo ruvida, quindi poco scorrevole, e ridondante.

Il segreto di Nicola Verde (1/5)
Nel 1965 un ragazzino di otto anni cade da una scala della biblioteca mentre cerca di prendere un libro e bum, si ritrova catapultato nel 1898, e viene scambiato per Lovecraft. Non dico nulla di più, a parte che si becca un solo punto perché, purtroppo, non funziona quasi niente. Ha pure qualche buco di trama abbastanza grosso per passare inosservato (quel libro che riesce a portare nel passato e che a quanto pare non viene notato neanche di striscio dall'appiccicosa madre di HPL). L'unica cosa che salvo in queste pagine è il mistero su chi abbia effettivamente scritto i racconti attribuiti ad HPL...


Ed ecco qua, una raccolta difettosa di edizione e di scelte del curatore. 15 euro sono veramente troppi per un editore che non offre una gran professionalità e una scelta di testi traballante e affatto certosina. Almeno per uno come me che, per prenderlo, non ha mangiato pane una settimana (e fortuna che magno pochissimo)...

Poi, comunque, voglio ribadire che forse con la vecchiaia mi sto troppo inacidendo...

Oct 22, 2018, 11:51 AM
Bellissima antologia.

Venti autori italiani rendono omaggio a H.P.Lovecraft con altrettanti racconti in cui il protagonista è il demiurgo di Providence.
Racconti intimi, a volte strazianti come i molti che in qualche modo ripercorrono gli ultimi giorni dello scrittore trascorsi in ospedale a causa di un tumore all’intestino, in altri compare accanto al maestro Poe o all’amico Howard, oppure ripercorre I reami del sogno o incontra alcuni dei personaggi dei suoi racconti.
Non tutti i racconti brillano allo stesso modo ma raramente si può trovare altrettanta dedizione in un tributo letterario.
Ottima curatela del decano del fantastico De Turris ed a concludere il volume un saggio esaustivo su tutti i lavori letterari in cui Lovecraft compare come personaggio sin dai tempi in cui era ancora in vita fino ai giorni odierni di Pietro Guarriello, tra i massimi conoscitori di Lovecraft in Italia.

Dec 29, 2022, 5:03 PM