Premessa: io amo incondizionatamente Virginia Woolf. Amo la sua letteratura e amo la sua scrittura in genere: saggistica, diaristica, epistolare. Amo l'idea che aveva della letteratura e le sue convinzioni sul ruolo della donna. Amo la sua fragilità umana e l'incredibile forza dei suoi testi. Amo quel suo scavare sempre dietro le parole, alla ricerca di un modo per dire ciò che ancora non è mai stato detto.
Dunque anche le lettere alle amiche qui raccolte, in una deliziosa veste grafica, mantengono tutta la qualità della Woolf, con il brio pirotecnico che si concedeva quando si rivolgeva alle sue amate confidenti. Ciò che discuto non è tanto la scelta delle lettere, quanto la decisione di presentarne solo stralci, riducendo ad aforisma dei componimenti che, pur nel loro gioco privato, potrebbero avere un altro respiro. Ecco, chi della Woolf ha letto poco o nulla non troverà in questa brevissima lettura il fascino di una scrittrice, e donna, straordinaria che ha cambiato le regole della letteratura universale.

Mar 2, 2017, 3:22 PM

«[...] mi sento stranamente impetuosa, e molto esigente, e una persona con cui è difficilissimo vivere, ed è intemperante e volubile.»

Ci sono scrittori che hanno vissuto la loro vita con la semplicità e l'essenzialità che ha caratterizzato non solo la loro quotidianità, ma anche la loro arte.
Ci sono scrittori, invece, che con la loro personalità disarmante e multi sfaccettata hanno lasciato nelle loro memorie un'intera tavolozza di colori e di emozioni.
A quest'ultima categoria appartiene sicuramente la scrittrice inglese Virginia Woolf.
In questa meravigliosa e curata raccolta epistolare edita dalla casa editrice romana "L'Orma", la Woolf si racconta, scherza, s'infervora, s'ingelosisce, sprona l'amata amica Vita a provare a scrivere un romanzo, a lasciarsi andare nel mondo dell'immaginazione, in quel «mondo irreale dove vive Virginia».
Ama soprattutto le sue donne, a cui indirizza le missive, le uniche che ritiene capaci di stimolare la sua immaginazione.
Il lettore rimarrà deliziato e piacevolmente sorpreso nello scoprire un lato della Woolf non solo singolare (quest'ultima attribuisce alle sue amiche e a se stessa nomignoli e soprannomi provenienti dal regno animale), ma addirittura esilarante come nella lettera indirizzata all'adorata sorella Vanessa, in cui immagina un'ipotetica conversazione tra quest'ultima e il marito a proposito del "difficile" compito di leggere le complicatissime opere di Virginia come "Al Faro".
Un'altra lettera capace di farci comprendere il carattere indomito della scrittrice è quella rivolta alla nipote Judith, studentessa al Newnham College di Cambridge.
La zia la rimprovera per la troppa quietezza di idee e per la poca ribellione (a quel tempo le donne potevano conseguire gli esami, seguire i corsi, ma non venivano riconosciute come membri effettivi dell'università).
Sono però le lettere indirizzate alla compositrice Ethel Smyth a brillare di una bellezza particolare:

«Ma se sono la più passionale delle donne.
Toglietemi gli affetti e sarò un'alga fuori dal mare, la carcassa di un granchio, un guscio vuoto.
Le interiora, il midollo, il succo, la polpa, la stessa mia luce, non ne resterebbe più nulla.
Sarei spazzata via, finirei in una pozzanghera e annegherei».


E alla quale consegnerà il suo più importante messaggio, che poi è quello che rincorre da sempre con passione ogni essere umano: Amami.

Mar 5, 2017, 4:41 PM
Inutilità

le stelle, naturalmente, non sono per Woolf, per me scrittrice faro, ma per l'insulsa operazione editoriale

Apr 21, 2022, 2:00 PM