La cosa importante per me nel parlare di questo Baco, ultimo romanzo di Giacomo Sartori, e probabilmente importante per chi si appresta a leggerlo, è chiarire alcune coordinate su cui si muove, che lo rendono molto differente dalle due opere precedenti, l´allucinato e terragno Rogo (tra i miei libri dell´anno, nel 2015) e l´ironico, dolce-amaro Sono Dio.
Che Sartori sia scrittore versatile e capace di più registri mi era chiaro, ma non mi aspettavo un libro come questo, che definirei inventivo e scombiccherato quasi ai limiti del cosiddetto camp, piacevolmente scombiccherato come potrebbe esserlo - che so - un romanzo di Tom Robbins o addirittura certe visionarie creazioni pynchoniane.
Baco è da una parte una sorta di apologo narrativo ecologista, dall´altra una riuscita re-interpretazione del mondo normale (si fa per dire) e degli adulti (si fa per dire) filtrato dalla sensibilità di un bambino e di un diverso, il ragazzino sordomuto che racconta le vicende.
In tutto questo Sartori si nega poco o niente: accumulo di personaggi e situazioni, sensibilità fumettistica, gusto per la fantascienza povera e per le chincaglierie tecnologiche, brand dropping utilizzato in maniera satirica, eccetera. La raccomandazione è di non badare troppo alla logica della trama ma come con un film tipo Mars Attack godersi il mix di modernariato, situazioni e personaggi assurdi, ma anche lo sguardo puro del protagonista sulla propria diversità e su come essa venga trattata dall´ambiente circostante.
Conviene forse dire che oltre a lui nel romanzo convivono, tra gli altri, un fratello genio informatico e hacker chiamato QI185, un nonno anarchico, la dolce logopedista del protagonista, professori stolidi, e una applicazione (si potrà dire così?) auto apprendente che gioca un ruolo importante nella storia. Che di fatto è un pretesto per parlare del predominio della tecnologia nella vita e del rapporto dominatore-dominato che essa rischia di rivestire, di ecologia e apicultura e specie da proteggere, di amore filiale, di saggio scetticismo nei confronti delle convenzioni. Sartori riesce qui a non perdere di vista i personaggi (che sono ben delineati nonostante le spinte surreali dell´insieme) e nel contempo a lasciare briglie sciolte a un´inventiva realmente rigogliosa.
Come mia nota personale devo dire che avevo apprezzato maggiormente e senza riserve i precedenti, questione di sensibilità, qui ho trovato un accumulo, come dicevo prima, tanto vertiginoso da creare a tratti una vera e propria sazietà.
Detto questo, lo scrittore trentino ora residente in Francia conferma la sua buonissima penna e una varietà di ispirazione che sembra essere l´esatto contrario della mancanza della stessa. In ogni modo, recuperate anche i romanzi precedenti, che mai mi stancherò di promuovere (da lettore verso altri lettori, beninteso).
Romanzo fantascientifico ma mica poi tanto. Un ragazzino sordo e autistico, un fratello smanettone superintelligente, un nonno scienziato un po' old fashioned, un padre assente, una madre in coma.
Serve altro? Di sventure pare ce ne siano già a sufficienza, in questa famiglia e nel mondo, dove fra inquinamento, avvelenamento da pesticidi, api che muoiono e intelligenze artificiali impazzite non ci si trova un solo angolo in cui le cose vanno per il verso giusto.
Il ragazzino sordo, di cui non sappiamo il nome (come non sappiamo quello di suo fratello che viene sempre indicato solo con QU185) vive nella sua percezione del mondo, ha una logopedista che lo esorta a scrivere un diario, ma che non crede ad una parola che le racconta.
Eppure in questo mondo a rovescio, il ragazzo ha capito che un computer può davvero imparare, può diventare un essere senziente, un vero androide. E compare Baco (non da seta, ma da Bug, gli errori nei sistemi informatici), creatura di QU185 che però apprende, cresce....e come ogni adolescente ignorato, inizia a fare danni.
Non vado oltre perchè è un romanzo talemnte ben scritto e ben congeniato (la scelta di non usare i nomi, proprio per l'handicap del protagonista, incapace di ricordarli è a dir poco geniale!) che merita di essere letto e apprezzato da un pubblico sempre più vasto.
Ecco, la prossima volta che andate in libreria chiedete BACO, assolutamente. E se il libraio non lo conosce, diteglielo 'Glielo consiglio, è un piccolo capolavoro!'.
È un romanzo raccontato tutto dal punto di vista di un ragazzino sordo e iperattivo, grazie alla mediazione della sua logopedista; Sartori ha saputo esporre la sua visione delle cose un po’ strampalata, così come insolita è la realtà in cui vive: https://giovannituri.wordpress.com/2019/11/11/considerazioni-di-un-lettore-sconsolato/