Tutti conoscono la definizione geniale coniata dal famoso intellettuale polacco per definire il mondo in cui viviamo e la fase storica che stiamo vivendo: «modernità liquida». Ho acquistato questo libro perché da sempre mi sono interessata del processo che lentamente ha trasformato le utopie in distopie, tanto da scrivere ben due tesi di laurea su questo argomento. Il pensiero che l'uomo possa proiettare non più sul futuro, bensì su un passato idealizzato i suoi desideri di cambiamento e le aspirazioni a vivere in un mondo migliore mi è suonato subito strano e, allo stesso tempo, plausibile. L'uomo di oggi, spossato e logorato da un mondo privo di centro e privo di strade ben definite, è sempre più convinto che il migliore di mondi possibili non sia realizzabile né nel presente né tantomeno nel futuro, in quanto già completamente scomparso in un tempo ormai passato.