Ricordo molto bene quel 28 aprile 2011, come ricordo bene il giorno dei funerali a Cadenazzo, a cui ho partecipato. Non conoscevo di persona nessuno dei quattro ragazzi, ma essendo nata e cresciuta nello stesso paese conoscevo i genitori di Kiki e spesso da ragazza mi sono fermata davanti alla tomba del fratellino, piena di giocattoli. L'attentato di Marrakech ha scosso tutti, ha devastato il cuore di ognuno perché poteva essere un nostro amico, un nostro fratello, un nostro figlio. E chi ama i viaggi, come li ho sempre amati io, si è posto più di una domanda "se fossi stata io al suo posto? se fosse capitato a me in uno dei miei tanti viaggi allegri e spensierati?" Ho comperato il libro di Morena la stessa mattina che lei lo autografava alla libreria Casagrande di Bellinzona. Mi sono messa diligentemente in attesa, in colonna. Chi conosce Bellinzona sa che tira sempre vento e quel sabato mattina era assai gelido. Faticavo addirittura a tenere il libro in mano perché avevo le dita gelide o forse era perché nell'attesa avevo iniziato a leggerlo e ogni parola mi si annidava sotto pelle. Ho sentito quel dolore, ho sentito la sua sofferenza, ma probabilmente per chi come me ha visto la morte davanti agli in 3 occasioni (due cancri ovarici maligni e un'emorragia) patisce ancor di più leggendo testimonianze come queste. Dopo aver letto una trentina di pagine, l'ho lasciato decantare sul comodino. Troppo forte, troppa sofferenza. Ho quindi atteso il momento "buono" propizio ad affrontare il seguito e l'ho terminato alcuni giorni fa. In certi passaggi pareva che a scrivere fosse la mia mano e non quella di Morena. Similitudini ospedaliere, difficoltà nel gestire le giornate, rabbia frammista a risate, aiuti non richiesti e altro. Ma forse una delle cose che mi accomuna a te, cara Morena, è la forza. Quella forza che sembri non avere e poi la trovi e la recuperi in fondo all'anima, quella voglia di sopravvivere a un evento devastante che ti fa RISOLLEVARE e ti spinge verso la Vita. La Vita. La V di Vita la scrivo sempre in maiuscolo perché è talmente importante da doverla scrivere come fosse un nome proprio. Come scrivo Anita scrivo Vita. Probabilmente la amo talmente tanto che se sono ancora qui, a godermela, devo darle il giusto posto e la giusta importanza. Grazie Morena, per questo tuo gesto d'amore nei confronti di chi ha potuto leggerti. Grazie dal cuore!