Storiografo della commedia umana e dei falotici ed imprevedibili aspetti dell’esistenza, nella consapevolezza che raccontare è una questione antica e contemporanea e che ogni ricostruzione del reale è un’interpretazione soggettiva, intrisa di immaginazione, a dispetto o in concomitanza a una rigorosa acribia quand’anche si tratti di fatti storici, torna l’autore a un genere a lui caro, il racconto appunto: quindici testi che pur nella loro individuale compiutezza strutturale costituiscono una produzione narrativa unitaria, perché presieduta da una poetica elaborata fin dagli esordi in prosa o in versi, capace di scardinare evidenze, generando dubbi, tesa a una riflessione aperta e dialettica sul destino. In uno stile, dal timbro personale, non meramente esornativo, ma indizio di un pensiero ramificato e di un rifinito lavoro formale, la raccolta celebra e smitizza la storia, descrive attentamente e al contempo demistifica la realtà, racconta l’ordinaria straordinarietà quotidiana, con sfrangiamenti nel surreale, in qualche caso perfino nel grottesco, propone personaggi singolari, accosta il contesto culturale e temi sociali con sottile vis polemica, mitigata da sapida ironia e da un faceto gusto del narrare di lunga tradizione toscana. I racconti, sorprendenti soprattutto negli inattesi finali o per le paradossali vicende, sanno interessare, far riflettere, ma anche sorridere.