Leggere Vichi e il suo commissario Bordelli è come fare un tuffo nel passato, in questo caso il 1970, nella Firenze e nelle sue colline e ritrovare nel contempo dei vecchi amici: Piras, Rosa, il “Botta”, persino il cane Blisk lasciati nel precedente romanzo e ripresi con piacere nelle pagine di questo nuovo “Un caso maledetto” .
Come sempre lettura piacevole, un crimine per certi versi odioso, anche se in questo caso manca un pochino di suspense rispetto ai precedenti. Gli ingredienti delle storie di Bordelli ci sono comunque tutti: la “morosa” storica Eleonora, Mugnai con le sue parole crociate, la cena con gli amici di sempre e le loro storie, le camminate nei boschi con la compagnia dei ricordi di una vita.
L’ultima, forse, indagine prima della pensione, ma non è detto …