L'open del titolo non sta solo ad indicare il campionato, Mi sono domandata come potesse scrivere in modo così interessante un tennista vincitore di quattro grandi slams più medaglia oro olimpica, [primato che condivide con la moglie Stefanie (Stefi) Graf , ]dato che, per sua stessa ammissione, fin dalla più tenera età ha tenuto in mano molto più il manico della racchetta da tennis che una penna, ed ha interrotto gli studi in prima superiore. La spiegazione è in fondo al libro. Mr AGassi ha rilasciato ore ed ore di interviste sulla sua vita ad un premio Pulitzer, il quale poi ha sbobinato tutto, e prodotto questo avvincente resoconto di una vita senz'altro sopra le righe. Mi sono affezionata ad Andrè, ragazzino tartassato dal padre, ma fortunatamente per lui, attorniato da una famiglia solida, madre, fratello, sorella. Un ragazzo prodigio, che tutta la sua vita si è chiesto come dare un senso alla sua vita, dato che non aveva scelto lui la carriera da professionista del tennis e odiava il tennis. Il padre lo costringeva fin da piccolissimo a colpire palle contro il "drago" (la macchina sparapalle installata sul campo da tennis dietro la casa), e poichè non era riuscito nell'intento di fare degli altri figli dei campioni, le sue aspettative si erano riversate su André. Doveva essere campione, a tutti i costi. Costi quel che costi, in termini di fatica, scoramento, soliltudine, disagi fisici dolorosissimi. Man mano che leggevo il libro, cercavo su You Tube i filmati delle partite. Una esperienza multimediale, che mi ha fatto amare questo armeno naturalizzato americano, questo ragazzo che riesce finalmente a trovare se stesso sia con un grande amore,( Stefi Graf,) con i figli, con l'aiuto degli amici allenatori, con la fondazione André Agassi in aiuto dei ragazzi disagiati di un quartiere malfamato di Los Angeles. Bravo André, sei un grande e ti ammiro.