Un insolito “after hour” dà il via alla vicenda: Martha e George, colti, benestanti e attempati coniugi in crisi da sempre, invitano a casa loro, dopo una festa che si suppone già fortemente alcolica, la più giovane e apparentemente ingenua coppia formata da Nick e Honey. Man mano che la notte si inoltra, nelle stanze del più classico interno borghese inizia un flusso ininterrotto non solo di whisky e di gin, ma soprattutto di astio, rancore, disprezzo, reciproche e brucianti accuse, violenza verbale e fisica, in un sadico crescendo dove vengono messi a nudo i segreti più vergognosi e tragici di ciascuno. Nessuno appare senza colpa, in una società che sull’altare satanico del successo e dell’egoismo ha sacrificato ogni cosa pura, ogni sentimento, ogni principio. Quando oramai l’unica via d’uscita appare oscillare tra la follia e l’omicidio, e quando sono scomparsi gli ospiti (forse irreali, una semplice proiezione mentale dei due protagonisti, con vent’anni di meno e molte illusioni in più) spetterà a George, il più dilaniato ma il più lucido, ritrovare e far ritrovare anche alla moglie un frammento di pace e di amore tra le righe delle antiche preghiere latine per i defunti, recitate in memoria del figlio Jim: bello, assennato, amatissimo, vissuto e morto tragicamente ma solo in un mondo immaginario, creato dalla mente sconvolta di Martha. Nel 1962, anno di debutto della commedia a Broadway, la civiltà americana e occidentale in genere sembra sul punto di crollare, messa all’angolo dalla Guerra Fredda e dall’emergere della rabbia che darà vita, di lì a poco, alla Contestazione Globale; tutta l’angoscia di quel momento si condensa in questi tre atti senza tregua che riuniscono la linearità della tragedia antica, lo scatenarsi delle passioni del dramma shakespeariano, l’introspezione del teatro e del romanzo moderni. Tutto un mondo di rovine dello spirito umano, di perversione e di assoluto egoismo ritrova un senso, una redenzione e una speranza solo nella consapevolezza della morte di un Figlio, non importa se reale o soltanto creduta.